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di Giovanni Macrì

Nel tardo pomeriggio di giovedì 9 marzo, in un appartamento di via Casani all’ingresso di Gioiosa Marea, tranquillo paesino nel litorale tirrenico del messinese, la terribile scoperta: marito e moglie sono stati trovati cadaveri nella loro abitazione.

Secondo le prime ricostruzioni il 65enne Tindaro Molica Nardo, militare in pensione della Guardia di Finanza, avrebbe ucciso la moglie con ripetuti colpi di coltello, la 61enne Febbronia Buttò, detta “Bonina” che lavorava come cuoca in una locale struttura ricettiva, e poi si sarebbe suicidato con la stessa arma.

All’arrivo nell’abitazione, i militari dell’Arma della Stazione di Gioiosa Marea, allertati dai vicini, si sono trovati davanti un macabro scenario: sangue e ancora sangue! 

I due corpi ormai senza vita versavano per terra, uno accanto all’altro, in un lago del loro stesso sangue.

Sono stati fatti intervenire il medico legale e gli specialisti del Ris di Messina che hanno, nel tentativo di ricostruire con esattezza la dinamica degli eventi, svolto gli opportuni rilievi all’interno dell’appartamento diventato teatro di un femminicidio/suicidio.

Gli inquirenti non sembrano però nutrire molti dubbi su come possa essere andata.

L’arma, il coltello, è stato rinvenuto accanto al cadavere del Tindaro Molica Nardo.

Le indagini, coordinate dal Procuratore di Patti Angelo Vittorio Cavallo e dal sostituto procuratore Federica Urban, sono condotte dai carabinieri della Compagnia di Patti, al comando del tenente colonnello Salvatore Pascariello e della stessa Stazione di Gioiosa Marea, diretta dal maresciallo Santo Fazio.

I due coniugi, genitori di due figlie, anche se sembravano una coppia all’apparenza tranquilla, erano soliti litigare. Forse il loro rapporto era arrivato alla fine e, al culmine di un ennesimo litigio, senza premeditazione, in un raptus di follia, il 65enne ha compiuto l’assassinio della moglie. Poi, rendendosi conto di ciò che aveva fatto, si è tolto la vita.

I carabinieri stanno indagando sul movente che ha spinto l’ex finanziere a uccidere la moglie. In casa i militari non hanno trovato né lettere e né messaggi.

Le salme dei due cadaveri sono state trasportate nella sala mortuaria del Policlinico Universitario “Gaetano Martino” di Messina perché, espletate le formalità di rito del conferimento dell’incarico e delle notifiche alle parti, venga eseguita l’autopsia.

Si presuppone quindi un omicidio-suicidio, esito indiscusso di una interazione di più fattori che si accumulano tumultuosamente nel corso degli anni e che culminano in un inaspettato evento criminoso deprecabile e agghiacciante.

Una tragedia, insomma, ancora senza un perché e un’intera cittadina sotto shock, attonita e sgomenta. Un paese e una famiglia devastati dal dolore e dall’incredulità per una tragedia senza precedenti in questo territorio.

foto Web

 

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Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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