di Giovanni Macrì
La scia di sangue scatenata dalla follia umana sembra inarrestabile.
Inaccettabile per una società civile!
Sembra proprio che in questa serie di omicidi si faccia strada sempre più per l’essere umano la predominante di un’inadeguatezza a darsi un senso di armonia e l’insufficienza della ragione a sedare i moti della inaffettività che raggiungono ormai inevitabilmente uno stato di assoluta mancanza di controllo.
Stavolta è toccata a una donna di 55 anni, Teresa Spanò, maestra elementare presso una scuola di Casteldaccia(PA). Ma a ucciderla non è stato un estraneo, un amante, un criminale entrato in casa per rubare o chissà chi.
NO!
È stata la stessa figlia diciassettenne che, al culmine di un ennesimo litigio, nell’abitazione dove vivevano in corso Butera a Bagheria(PA), ha pensato bene (per lei) a porre fine al suo problema: la madre.
Poi, si è "prodigata" dopo parecchie ora a dare l’allarme chiamando le forze dell’ordine, parlando in un primo momento di un suicidio da parte della madre che ha inscenato con dei farmaci.
Effettivamente sul comodino della stanza da letto sono stati trovati alcuni farmaci antidepressivi.
Ma una volta giunti sul posto i sanitari e la polizia della squadra mobile e del commissariato di Bagheria hanno subito notato le prime incongruenze: dai segni sul collo della vittima, dal tempo trascorso fra l’orario presunto della morte (fra le ore 2:00 e le 4:00 della notte appena trascorsa) e quello della telefonata al 112, dopo le ore 8:00.
Una tragedia immane, la cui dinamica deve comunque ancora essere ricostruita con esattezza.
Nel corso della nottata i carabinieri e il procuratore capo per i minorenni di Palermo, la dott.ssa Claudia Caramanna, hanno sentito a lungo la ragazzina, assistita come previsto in questi casi da uno specialista, per provare a ricostruire nel dettaglio cosa fosse effettivamente accaduto. Pare da indiscrezioni che la minore abbia già fatta qualche spontanea dichiarazione affermando che da diversi mesi tra le due, madre e figlia, ci sarebbero stati “gravi conflitti”, insomma... una “situazione di conflitto cronico”. E che quindi sia crollata di fronte all’evidenza dei fatti, asserendo: “È vero l’ho uccisa io!”.
La procuratrice per i minori ne ha quindi disposto il fermo per omicidio volontario aggravato dal vincolo familiare e la 17enne pertanto è stata accompagnata presso l'Istituto penale per i Minorenni di Caltanissetta.
Il movente dell’omicidio non è ancora definito: i vicini di casa raccontano di continui litigi fra le due donne e di come negli ultimi anni la ragazza fosse diventata molto irrequieta e ribelle, tanto che la vittima faticava a trattenere i comportamenti aggressivi della figlia.
Vivevano solo loro due nella casa di corso Butera. Il padre aveva lasciato moglie e figlia molti anni fa e di fatto la vittima ha cresciuto la figlia da sola.
La dott.ssa Caranna ha già disposto l’autopsia sulla vittima per capire se la donna aveva assunto dei farmaci.
Il sindaco di Bagheria, Filippo Tripoli, intervistato ha manifestato lo sgomento della città affermando: “Esprimo il cordoglio di tutta la comunità. Quello che è successo a Bagheria è un dramma. C'è una donna morta, ma c'è anche un ragazza di 17 anni che se arriva a compiere un gesto simile manifesta solo tantissimo disagio. Adesso dobbiamo dare l’ultimo saluto ad un’insegnante conosciuta e apprezzata in paese anche per le sue attività sociali e in parrocchia, ma dobbiamo stare vicino alla ragazza. Senza esprimere giudizi sommari o puntare il dito contro!”.
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