di Monica Vendrame
Siamo a Casalciprano, un piccolo paesino di appena 600 anime (in provincia di Campobasso), dove si sarebbero consumati soprusi e maltrattamenti in danno di un’anziana di 67 anni, senza problemi psichici.
Fortunatamente i carabinieri sono riusciti a restituirle la libertà ed ora la vittima, non solo è stata sottoposta alle cure del caso, ma si trova anche al sicuro in una struttura protetta.
Tutto ha inizio nel 1995, quando Lucia, rimane vedova e su invito del fratello acconsente di andare a vivere nella sua abitazione. I rapporti all’inizio sono molto buoni, poi incominciano le torture sia fisiche che psicologiche. Un vero percorso di dolore, durato ben 22 anni, che la 67 enne ha ricostruito alla perfezione davanti ai militari dell’Arma. L’anziana ha testimoniato che non è mai più uscita da sola, neanche per andare sulla tomba del defunto marito. Quando andava dalla parrucchiera era sempre accompagnata dalla cognata. Era obbligata a lavarsi nella vasca in cui veniva fatto il bucato (una sola volta al mese). A casa riceveva spesso insulti e schiaffi. Anche le condizioni della stanza in cui dormiva non erano delle migliori perché priva di riscaldamento. La donna cercava di ovviare al freddo pungente dell’inverno coprendosi alla meglio con delle coperte. Le era vietato, inoltre, parlare con gli abitanti del paese ed era costretta a vestirsi sempre di nero.
Particolari che fanno rabbrividire. Gli investigatori, però, stanno ancora indagando non solo sulla veridicità del racconto, ma anche su possibili favoreggiamenti. Sembra strano che nessun abitante del paese sapesse o dicesse nulla.
Le accuse nei confronti dei famigliari sono molto gravi: sono indagati per maltrattamenti e sequestro di persona. Orrori quotidiani svelati dopo troppo tempo da una lettera anonima. Ci sono voluti più di 20 anni perché qualcuno, in un paese di poche anime, trovasse il coraggio di dirlo.
Il muro che ha tenuto inchiodato quella donna nella sua gabbia, è proprio il muro dell’omertà. In questo caso “farsi gli affari propri” non è la regola per vivere 100 anni, ma è una crudele, atroce, inaccettabile complicità.