di Monica Vendrame
Lei una professoressa di italiano, seduta dietro la cattedra; lui un alunno, poco più che un bambino, di soli dodici anni, seduto dietro il banco in classe.
Al centro un fitto scambio di messaggi, chat, video e foto dal chiaro contenuto sessuale, Questi i contorni della terribile storia che si è consumata nella scuola media statale a Paolisi, nel beneventano.
Per questo motivo i carabinieri hanno arrestato un’insegnante di 38 anni, ora indagata con l’accusa di violenza sessuale aggravata ai danni di un minore. A portare i militari sulle sue tracce è stata la Preside dell’istituto, che ha sporto denuncia alla fine dello scorso mese di marzo, ed ha dichiarato:
“I turbamenti che manifestava erano confusione e disagio. Uno smarrimento interiore nel non saper definire i confini di una relazione che non è alla pari, ma è sempre uptodown (dall’alto in basso). Se ci sono altre vittime di questa docente? Preferisco fare silenzio. La scuola è la terra di nessuno in certi momenti, si parla sempre male della scuola, ma laddove non c’è scuola, c’è inciviltà. Una rondine non fa primavera, i docenti sono molto seri”.
Subito dopo la sua denuncia, la professoressa è stata sospesa. Per il Giudice c’è il rischio di reiterazione poiché l’indagata è apparsa non in grado di autoregolare i propri impulsi sessuali. Chi indaga ha scritto, inoltre, che la prof ha approfittato del contatto diretto in classe e con un’opera di persuasione sottile e subdola ha instaurato con il minore un rapporto di predilezione. Simpatia che sarebbe, poi, poi sfociata nell’invio e nella richiesta di immagini e video a contenuto hot durante le ore del giorno e della notte.
Secondo alcune testimonianze: “Lo faceva mettere accanto alla cattedra, si faceva toccare e lo toccava. Una volta c’è stato anche un bacio in bagno…ma il bambino, una volta arrivato a casa, si è lavato”.
Il ragazzino ha trovato il coraggio di raccontare alla mamma di quelle strane lezioni, tutte intorno alla cattedra. Ora cresce la preoccupazione tra i genitori degli alunni: “Non si percepisce la gravità, siamo noi genitori a dover intercettare tutti i campanellini, e non è semplice".
Il gip ha accolto la richiesta della Procura di Benevento di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con divieto assoluto di ogni forma di comunicazione con i minori con qualsiasi mezzo, compreso il telefono cellulare, internet e social network. Il provvedimento cautelare è stato notificato all'indagata dai carabinieri di Arpaia (BN).