di Monica Vendrame
Ed è di questi giorni la notizia agghiacciante del ragazzo di tredici anni che, molto probabilmente, si è suicidato giovedì scorso, a Gragnano (Napoli), gettandosi dalla finestra.
Una spirale di insulti e di minacce aveva trasformato la vita di Alessandro in un inferno, ma sono ancora più drammatiche le motivazioni del perché una comitiva di amici lo aveva scelto come vittima.
Da quanto è emerso, gli indagati a piede libero per istigazione al suicidio sarebbero sei, tra cui una ragazzina di soli 14 anni. Un ragazzo e una ragazza sono maggiorenni e, in particolare, il 18enne, insieme al fratello 16enne, hanno già una denuncia a piede libero per un violento pestaggio consumato ai danni di un altro adolescente avvenuto nei mesi scorsi, sempre a Gragnano, sempre in branco contro un ragazzo solo, sempre per motivi davvero futili.
Con il proseguimento dell’inchiesta emergono particolari sempre più inquietanti di una vicenda drammatica che ha sconvolto non solo i genitori del ragazzino, ma un’intera comunità. Gli inquirenti stanno cercando di capire cosa possa aver sconvolto la vita di un’adolescente, descritto da tutti come un ragazzo solare, che andava bene a scuola e aveva tanti amici e, soprattutto, senza particolari problemi al punto da spingerlo a quel gesto estremo. E dietro sembra esserci una storia di bullismo, fatta di violenze e prevaricazioni, ma non solo. A scatenare l’odio del gruppo, che mandava continui messaggi sul telefonino di Alessandro, ci sarebbe l’ex fidanzata del tredicenne che avrebbe pianificato la vendetta nei confronti del giovane, colpevole ai suoi occhi di averla lasciata per un’altra. E, così, quello che all’inizio sembrava un tragico incidente, nasconderebbe uno scenario molto più complesso, tra maltrattamenti e intimidazioni che sembra andassero avanti da mesi.
Secondo chi indaga, Alessandro aveva paura che quelle parole cariche di odio inviate sul telefonino, potessero trasformarsi in una vera e propria aggressione fisica che, anzi, stando ad alcune testimonianze, forse, c’era già stata. Sembra che il tredicenne e la sua nuova fidanzatina fossero già stati costretti a fuggire dopo essere accerchiati dai bulli. Solo un’ipotesi, ma certo il tredicenne, per compiere quel gesto estremo, doveva essere davvero sconvolto.
Ma i genitori del ragazzo non si danno pace, non accettano l’ipotesi dell’istigazione al suicidio, fa troppo male. Secondo la famiglia, Alessandro avrebbe dei segni e delle ferite sul corpo non compatibili con il gesto volontario, quindi imputabili ad un incidente.
Ricordiamo che l’inchiesta è coordinata dalle Procure di Torre Annunziata e dei Minorenni di Napoli e condotta dai carabinieri della stazione di Gragnano e della sezione operativa della compagnia di Castellammare di Stabia. Gli indagati, ovviamente, avranno modo di nominare periti di parte. I familiari di Alessandro saranno rappresentati dagli avvocati Mario D’Apuzzo e Giulio Pepe ed hanno scelto il medico legale Sergio Infante come perito di parte.
Oggi, alle ore 15, è stata disposta l’autopsia , ad effettuarla il medico legale Giovanni Zotti. Oggi, martedì 6 settembre, i verranno celebrati i funerali e sarà proclamato il lutto cittadino. La comunità è sotto choc, Don Vincenzo Rosanova, sacerdote della parrocchia “Madonna delle Grazie” ( Gragnano), invita tutti a riflettere : “Questa morte ci interpella tutti quanti, ci costringe ad esprimere il nostro disappunto e ad interrogarci sul perché si verifichino episodi come questi. Noi, come comunità, dobbiamo vigilare, insieme alle famiglie e alla scuola dobbiamo essere un po’ più attenti a questo fenomeno del bullismo e aiutare dopo questo episodio increscioso a prendere coscienza.”