di Giovanni Macrì
Sembra la storia tratta da un romanzo dal nostro compianto Camilleri dove il famoso commissario Montalbano doveva, come sempre, dipanare l’intricata matassa.
La Procura della Repubblica di Ragusa ha aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio e soppressione di cadavere in merito alla scomparsa del 37enne Daouda Diane. Operaio ivoriano di cui non si hanno più notizie dal 2 luglio, data in cui l’uomo è stato visto l’ultima volta ad Acate, in provincia di Ragusa. “Daouda Diane non è scomparso nel nulla di propria volontà, né è stato vittima di un malore o un incidente, ma è stato assassinato” - è questa l’ipotesi a cui da ieri lavorano gli investigatori.
Era, infatti, andato a lavorare in un cantiere appartenente alla “SGV Costruzioni s.r.l.” che si occupa di produzione, trasporto e realizzazione di opere di pietra e cemento, dove operava come muratore, nelle pause del locale centro di accoglienza, per racimolare soldi extra da poter inviare alla moglie e al figlio di 8 anni in Costa D'Avorio.
L’uomo, addirittura, avrebbe dovuto raggiungere il suo paese di origine il 22 luglio con un biglietto aereo comprato già da tempo, ma da quel giorno nessuno lo ha più visto né sentito. Nel suo appartamento ad Acate sono stati rinvenuti sia il passaporto che il biglietto aereo ancora non utilizzato e per il quale non è stato chiesto alcun rimborso.
Sembrerebbe quindi che non si tratti di allontanamento volontario, come del resto hanno sempre denunciato amici, colleghi e famigliari, ma si fa sempre più attendibile l’ipotesi che qualcuno possa avergli fatto del male, facendone poi sparire il corpo, dal momento che il Daouda lavorava senza contratto come tanti altri operai extracomunitari.
Nei sei anni trascorsi in Italia Daouda Diane era diventato un sindacalista e un mediatore culturale della Costa d’Avorio facendosi spesso portavoce degli “ultimi”, dei tanti lavoratori, spesso immigrati come lui, costretti a condizioni di lavoro estreme: sottopagati e senza alcuna sicurezza.
Proprio per questo gli amici, lavoratori e conoscenti hanno organizzato, nei giorni addietro, due presidi per far sentire la propria voce attraverso l’Unione Sindacale di Base di Ragusa, l’associazione in cui l’ivoriano militava. In coro chiedono verità e giustizia per Daouda che tutti pensano possa essere stato ucciso.
È scomparso ormai da più di 3 settimane dopo aver inviato al fratello e ad alcuni amici un video dal cementificio dove lavorava nel quale lo si vedeva con un martello pneumatico all'interno di una betoniera: “Qui si muore”, le parole dell’operaio poi sparito nel nulla.
Sulla vicenda si è anche mobilitata l'onorevole Simona Suriana, deputata M5S siciliana del “Gruppo ManifestA”, che ha annunciato un’interrogazione parlamentare per chiedere ai ministri competenti lumi sulla vicenda. “Daouda era molto integrato faceva il mediatore e denunciava le condizioni di sfruttamento dei migranti è aberrante che una persona possa sparire così senza che si mobiliti l'opinione pubblica o la stampa. Come abbiamo chiesto e continuiamo a chiedere verità per la morte di Giulio Regeni dovremmo chiederla per Daouda Diane, i suoi figlie e sua moglie non la meritano di meno!”.
Intanto la “SGV Costruzioni” si è detta estranea alla vicenda pur ammettendo di aver fatto lavorare il 37enne al nero.
Saranno le certosine indagini dell’attività investigativa già avviate a far luce sul mistero della scomparsa dell’uomo. Di certo un migrante non scappa dopo aver sborsato circa 600 euro per l’acquisto di un biglietto aereo per andare a riabbracciare la moglie e il figlio in patria dopo 6 anni.
(Foto Web)