di Giovanni Macrì
Questo è quello che era stato paventato ieri... o quantomeno ciò che la madre, la 24enne Martina Patti, aveva dichiarato agli inquirenti dopo essere stranamente tornata a casa.
A Piano Tremestieri Etneo, in provincia di Catania, intorno alle ore 15:00 di ieri, tre uomini col viso coperto da cappucci e armati avevano strappato dalle mani della madre la piccola Elena. Tutto si sarebbe svolto in brevissimo tempo nel giro di pochi secondi come in un film di azione. La madre era andata a prendere la figlia all’asilo come faceva sempre. Appena salita in auto si era vista circondata dai sequestratori che l’avrebbero bloccata. Poi, avevano aperto gli sportelli, tirato a forza fuori la bambina e una volta saliti su di un auto di cui al momento non si conosceva modello, colore né targa, si erano dileguati portando con essi il frutto della malefatta: la piccola, Elena Del Pozzo che tra qualche giorno avrebbe compiuto 5 anni.
Abitava a Mascalucia (CT) in via Euclide 55, dove gli inquirenti, i carabinieri del Sis (Servizio di investigazioni scientifiche), si erano recati per svolgere un’accurata ispezione con il compito di rilevare qualsiasi traccia, biologica o meno, che potesse essere utile alle indagini.
Al vaglio degli stessi c’erano, tra i riscontri, anche le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della scuola materna e delle abitazioni vicine alla zona in cui sarebbe avvenuto il rapimento, in via Piave.
Al momento del sequestro a dire della madre, Elena vestiva pantaloncini corti di colore giallo e una maglietta gialla a maniche corte.
Era dunque iniziata un’inchiesta serrata perché il fattore tempo in questi casi, un sequestro di persona, è fondamentale.
Gli investigatori avevano già escluso che il sequestro potesse essere collegato a una richiesta di riscatto in quanto la famiglia non ha disponibilità tali da giustificare un sequestro estorsivo, e anche da subito escluso che potesse essere stata opera della criminalità organizzata, che storicamente aborre i rapimenti e i gesti eclatanti nel territorio in cui opera. Anche se le indagini erano a 360°, gli inquirenti, dopo gli interrogatori dei genitori e dei conoscenti stavano dirigendo queste su dinamiche prettamente familiari.
I genitori, al momento non conviventi, una coppia giovane, poco più che ventenne, stavano vivendo dei dissidi personali, anche importanti. Il padre della bimba, Alessandro Del Pozzo viveva, infatti, con una nuova compagna.
Ecco come commentava, infatti, il Sindaco di Mascalucia, Enzo Magra: “Sono ore di grande ansia per la nostra comunità e sono personalmente sconvolto da questa notizia. Ho parlato più volte in queste ore con il capitano dei carabinieri della tenenza di Mascalucia al quale ho chiesto maggiori dettagli e notizie. Le uniche cose che mi ha riferito sono che stanno indagando senza tralasciare nessuna pista. Personalmente mi sono messo a disposizione per aiutare le ricerche anche tramite la protezione civile, i volontari, ma mi è stato riferito che non si tratta di smarrimento o di fuga bensì di altro, probabilmente, dinamiche familiari” – concludendo – “La cosa che mi sconvolge, ho la pelle d’oca mentre parlo è che per qualsivoglia vicenda sia potuta accadere e che ci auguriamo possa risolversi al meglio e nel tempo più breve possibile, non si possono mettere in mezzo bambini innocenti che poi piangono per l’intera vita traumi di tal genere. Speriamo vada tutto bene!”.
Ulteriori rilievi erano stati eseguiti pure da militari del Ris di Catania su alcune auto ritenute in qualche modo coinvolte nelle indagini. I genitori e i familiari della piccola sono stati sentiti dai carabinieri per ricostruire dinamiche e frequentazioni che potrebbero essere utili alle indagini.
Già ieri, il procuratore Carmelo Zuccaro precisava: “Siamo in una fase delicata e non possiamo dare alcuna informazione. Può solo escludersi la finalità di riscatto”.
Non è chiaro a cosa potesse alludere, ma ciò che era emerso è che il padre della bambina avesse dei precedenti penali. Nel 2020, infatti, era stato arrestato per una rapina in una gioielleria e, nel 2017, per reati in materia di droga. In merito alla rapina era stato poi assolto per “non avere commesso il fatto”.
Oggi la svolta... niente sequestro!
La madre messa alle strette dopo varie incongruenze e un interrogatorio protrattosi per tutta la notte senza sosta, ha portato gli inquirenti sul posto, in via Filippo Turati, a circa duecento metri dalla sua abitazione, dove era il corpicino senza vita della piccola Elena. Sarà l'autopsia a diradare ogni nebbia su questo delitto
Il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, ai microfoni commenta: “Stamattina la madre ha fatto ritrovare il cadavere e adesso stiamo raccogliendo le sue dichiarazioni, presumibilmente confessorie!”.
Padre Alfio Privitera, parroco di Massannunziata, afferma: “C'è un angelo in paradiso e poi c'è o una mamma che non stava bene psicologicamente o qualcuno ha combinato qualche pasticcio. La nostra società ha gli eroi e i disgraziati. Che questa vicenda diventi un motivo per riflettere sul valore della vita e sull'assistenza da dare alle persone che non stanno bene con la testa".
Il caso ci riporta inevitabilmente al delitto di Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa, perpetrato il 29 novembre 2004 da Veronica Panarello nei confronti del figlio Loris Andrea Stival di soli 8 anni. Anche in quel caso il lavoro certosino dei Carabinieri ha portato in breve tempo alla risoluzione e quindi arresto della donna che nel 2016 veniva condannata in primo grado a 30anni, pena confermata in appello il 4 luglio del 2018.
Vedremo quale potrà essere stata la motivazione che addurrà la madre per essersi spinta a levare la vita a una piccola innocente. Gesto criminale e assurdo!
(foto Web)