Tragedia a Quinto (Genova) dove ieri sera, in Via Fabrizi, è stata uccisa una donna di 34 anni. Inutili i soccorsi. La vittima si chiamava Alice Scagni, ad ucciderla il fratello Alberto di 42 anni, con il quale i rapporti erano tesi da qualche tempo. L’uomo avrebbe colpito la sorella al culmine di una lite mentre la donna si trovava per strada con il cane. Alcuni testimoni, che hanno visto la scena dalla finestra, hanno chiamato la polizia. Tra loro, il marito della donna che avrebbe fornito alle pattuglie giunte sul posto le informazioni utili per identificare e fermare il cognato. Inutile l’intervento di medici e soccorritori, al loro arrivo la donna era già morta. L’uomo, che secondo le prime ricostruzioni sarebbe seguito per problemi psicologici, è stato portato in Questura, ma al momento non avrebbe ancora fatto ammissioni. Sul posto ha anche operato la polizia scientifica.
Alice Scagni lascia una bimba di un anno e quattro mesi.
Pare che il fratello covasse una forma di rancore ingiustificato nei suoi confronti: il 28 marzo scriveva sulla bacheca della donna un post provocatorio. Le chiedeva di postare una fotografia con lei in cui non avesse gli occhi chiusi. Il riferimento è a un’altra foto, condivisa tempo prima, dove la giovane donna è vestita da sposa e lui fa una smorfia curiosa.
L’immagine è accompagnata da un commento con tono polemico:
“Questa (in cui potete ammirare una donna che si sta per sposare e un mix tra un narcos, daredevil, ed un ubriaco) è l’unica foto del matrimonio di mia sorella che per adesso si è degnata di mandarmi. Forse perché nelle altre sono ancora più brutto? Non mi stupirebbe. Di essere più brutto. Ma dubito sia il motivo. E sono passati anni, peraltro“.
Lo Scagni pare che soffrisse anche di una forma di mania persecutoria: era convinto che qualcuno lo spiasse, tanto che aveva fatto bonificare il suo appartamento a Sampierdarena (Ge) da eventuali microspie. Negli ultimi giorni dava prova di altri segnali inquietanti: poco tempo prima aveva pubblicato una sua foto in cui si vede una mazza da baseball ed un coltello, forse l’arma del delitto.
Attualmente l’uomo si trova in carcere accusato di omicidio volontario aggravato, titolare dell’inchiesta è la pm Paola Crispo.