di Giovanni Macrì
È un ignobile atto di terrorismo che sta lasciando lasciato il mondo attonito.
Le sirene continuano imperterrite a suonare segnalando l’arrivo della morte dal cielo. Paura, panico, sofferenza, angoscia, rischio di perdere tutto: familiari, amici… la propria vita, tutto ciò che si è conquistato in anni di sacrifici.
Le deflagrazioni si susseguono, il cielo notturno si colora di rosso, di fumo… di morte. Mentre i palazzi si sgretolano è un fuggi fuggi generale verso quei luoghi che possono essere ritenuti parzialmente sicuri: come bunker o addirittura nelle metropolitane, nella speranza però di non morirvi come topi in trappola.
È iniziata la corsa verso la fuga, verso la salvezza.
Chi, i più fortunati, abita vicino alla frontiera con la Polonia cerca riparo attraversandone il confine.
Le truppe dello zar Putin non si fermano.
L’operazione è stata sicuramente in maniera strategica pensata da tantissimo tempo e solo ieri, intorno alle 4:00, ore italiane, è stato dato l’ordine di iniziare.
Dopo aver circondato da nord a sud e attaccata da quattro fronti l’Ucraina, le armate russe hanno iniziato a scagliare la loro potenza di fuoco inviando su obiettivi sensibili (a dir loro) una pioggia di missili, più di 160. Quindi hanno iniziato a marciare verso il loro obbiettivo: Kiev.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: “I sabotatori sono qui, ma non me ne andrò. Sono io l’obiettivo numero uno del nemico, la mia famiglia è il numero due. I morti sono già centinaia!”. Ma nonostante tutto Zelensky ha di nuovo invitato Vladimir Putin, a sedersi ad un tavolo delle trattative.
Dopo un solo giorno di operazioni i militari russi controllano già un aeroporto della capitale, l’“Hostomel” appena fuori Kiev, da subito utilizzato per l’elisbarco di truppe aviotrasportate.
Le colonne militari russe con i loro carro armati sono già giunte nei sobborghi della capitale. Sono entrati! Addirittura un caccia rasenta le case e spara!
Si combatte a Mariupol, e nel Donbass, mentre a Odessa i russi già controllano l’aeroporto. La difesa aerea dell’Ucraina appare compromessa, così come le forze aeree dell’intero paese. Ma gli ucraini combattono strenuamente nel tentativo di difendere la loro libertà!
Il bilancio provvisorio, comunicato da fonti ucraine, parla di almeno 137 morti tra le file ucraine e 800 morti tra i russi. Ma Mosca non ha fornito alcun dato sulle vittime. I numeri delle vittime che al momento sono confusi saranno sicuramente sempre altissimi.
Tutto il mondo condanna e condanna ancora, ma al momento si parla solo di sanzioni, lasciando una nazione, perché non fa parte della NATO, nelle grinfie del mostro RUSSIA, anzi meglio… del MOSTRO PUTIN.
Nella stessa Mosca molti pacifisti stanno ribellandosi a questo attacco, ma a loro volta, nel regime dittatoriale in cui vivono, vengono messi con la forza subito a tacere.
(foto Web)