di Giovanni Macrì
Una nube eruttiva alta circa 8 chilometri prodotta dall’attività parossistica dal cratere di Sud Est che ha generato fontane di lava altissime e una colata lungo la Valle del Bove, fino a 1700 metri s.l.m., sono le risultanti dell’ultima eruzione dell’Etna.
La nube piroclastica innalzatasi è sicuramente uno spettacolo mozzafiato per chi la osserva in televisione o in foto, ma non di certo per ognuno degli abitanti dei paesi coinvolti, costretti a vivere momenti drammatici e dovendo assistere alla caduta dal cielo di lapilli di dimensioni anche di qualche centimetro.
L’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia di Catania afferma che: “la carica di cenere e lapilli che si è alzata di alcuni chilometri sopra la cima del vulcano e, spinta dal vento verso sud, ha causato ricadute del materiale piroclastico sui centri abitati del catanese, spingendosi fino nel siracusano, come Bronte, a decine di chilometri di distanza dall’Etna. Il parossismo vulcanico, dopo aver raggiunto il valore massimo alle 22, ha subito una rapida diminuzione riportandosi nel livello medio, mentre il centro dei tremori resta localizzato nell’area del cratere di sud-est a una elevazione di circa 2.900 metri s.l.m.. Contestualmente anche l’attività infrasonica ha subito un rapido decremento sia nel numero degli eventi che nell’ampiezza.”
Il flusso lavico resta comunque ancora alimentato continuando a riversarsi verso la desertica “Valle del Bove”.
L’assessore alla Protezione Civile, Massimo Castiglione, ha già predisposto nei paesi colpiti, un piano di un piano di intervento per la rimozione della cenere.
Nella giornata di ieri, l’attività all’aeroporto internazionale “Fontanarossa” di Catania, incapace di garantire la sicurezza degli aerei ha dovuto sospendere la propria operatività per “emergenza cenere lavica” a causa della nube cinerea della spettacolare eruzione in corso sull'Etna, cancellando o dirottando ben cinque voli. Stamattina ha ripreso a pieno regime, mentre nei paesi etnei si puliscono le strade e si contano i danni.
(Foto web)