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di Giovanni Macrì

Il giudice tutelare del Tribunale di Modena si è espresso a favore dei medici dell’ospedale “Sant’Orsola” di Bologna in merito al loro ricorso presentato per il caso del bambino affetto da grave patologia cardiaca, che secondo i genitori deve essere operato dalla struttura sanitaria solo a condizione che si utilizzi sangue proveniente da persone non vaccinate contro il coronavirus, nel caso in cui si fosse resa necessaria una trasfusione.

Il giudice ha confermato nella sentenza, accogliendo le tesi dei sanitari e rendendo così superabile l’obiezione dei genitori, che l’eventuale trasfusione avverrebbe in assoluta sicurezza per il ricevente e che non ci sono basi, scientifiche e giuridiche, per “scegliere” il sangue proveniente da una persona non vaccinata rispetto a quello di chi ha ricevuto il vaccino.

Lo afferma l’avvocato Ugo Bertaglia, difensore della coppia, spiegando anche che i suoi assistiti non hanno “mai negato il consenso all'intervento e lo hanno ribadito al giudice tutelare” che li ha ascoltati in udienza. Ma bensì hanno chiesto “per motivi di carattere religioso” che il sangue della trasfusione per il loro figlioletto di soli tre anni, venisse da soggetti non vaccinati.

E intanto che il figlio rischia di morire per l’urgenza e la delicatezza dell’intervento al cuore cui dovrà essere sottoposto, la famiglia tramite il legale sta valutando se impugnare o no la decisione del giudice.

“Non consentire una trasfusione al proprio figlio che ne ha bisogno è assurdo, è davvero impossibile pensare che possa accadere una cosa del genere. Si tratta di una questione di vita o di morte. Anteporre i propri ideali alla salute del proprio figlio è davvero improponibile!” – commenta il dr. Giuseppe Di Mauro, presidente del SIPPS, la Società italiana di pediatria preventiva e sociale.

Anche il presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, il dr. Filippo Anelli è sceso in campo per perorare la necessità dell’intervento con il sangue messo a disposizione dall’Ospedale rivolgendo alla famiglia quasi una supplica: “Comprendiamo le paure dei genitori, quando a soffrire è un bambino, un figlio, ci si aggrappa a qualunque appiglio, credendo di fare il suo bene, di tutelarlo. Per quello che può valere, li preghiamo di ascoltare i medici che lo hanno in cura e che sapranno scegliere la terapia migliore per lui, senza ritardare le cure”. Precisando inoltre: “I protocolli che regolano le donazioni, e che non permettono di scegliere il donatore, sono scritti nell'interesse dei pazienti, per rendere i processi sicuri del resto, non comporta alcun pericolo ricevere sangue da donatori vaccinati contro il Covid-19”.

Del resto così come aveva precisato il dr. Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale sangue: “La scelta del sangue è legata a precisi criteri di compatibilità e non a capricci. Usare quello di persone non vaccinate non ha alcun fondamento scientifico perché con la trasfusione non si ‘trasmette’ il vaccino! Il sangue dei vaccinati, infatti, contiene eventualmente gli anticorpi, non il vaccino in sé e nemmeno un virus disattivato!”.

Inoltre, è assodato che gli anticorpi possono essere presenti nel sangue donato dalle persone che non si sono vaccinate, ma che hanno comunque avuto un’infezione da coronavirus. Questi si sono semplicemente sviluppati in seguito alla circolazione del virus nell’organismo, con tutti i rischi che ne conseguono rispetto alla più sicura vaccinazione.

 E non di certo, come affermano i genitori, che le sostanze contenute nel vaccino possano causare danni al bambino, esprimendo ulteriormente la convinzione (direi meglio un ammucchiato di paure e fake news) che nei sieri ci siano tracce di embrioni.

 MA… si dimentica un fatto importantissimo: ovvero che  in tutta questa allucinante diatriba fra legali, giudici tutelari, ricorsi e sentenze… chi ne sta pagando il prezzo più alto è il povero innocente bimbetto di tre anni che rischia la vita per il ritardo che si sta accumulando rimandando l’intervento.

 Mi auguro, proprio per il bene del piccolo, che si fermi una volta per tutte questa pazzesca battaglia e che si mettano da parte le convinzioni religiose, idealiste, filosofiche o di qualsiasi altro genere e si dia voce alla scienza, alla medicina.

 (foto Web)

 

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Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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