di Giovanni Macrì
“Ci sono momenti di solitudine che cadono all’improvviso come una maledizione, nel bel mezzo di una giornata. Sono i momenti in cui l’anima non vibra più!”. (Alda Merini)
Si chiamava Liborio Campo l’anziano 85enne vedovo morto a causa di un incendio scoppiato nell’appartamento in cui risiedeva da solo in via Cairoli a Valledolmo, paesino in provincia di Palermo.
Aveva voluto ricorrere al calore di una stufetta elettrica per scaldarsi dal freddo di questo periodo. Dopo averla posizionata vicino al letto, l’ha accesa. Poi, si è addormentato e non si è più risvegliato.
Morto nel sonno, soffocato dalla mancanza di ossigeno provocata dalle esalazioni di fumo, dall’inalazione dal maledetto monossido di carbonio proveniente dal fuoco generato da un corto circuito dell’apparecchio elettrico. Un killer muto e preciso che, materializzandosi come un guerriero omicida invisibile anche a se stesso, ancora una volta ha portato a termine la sua missione letale eliminando in pochissimo tempo la sua vittima prescelta.
Sicuramente una morte atroce!
L’allarme al centralino dei VVF è scattato poco prima delle 4 di notte.
Sul posto oltre ai vigili del fuoco del distaccamento di Petralia Soprana (PA) distante una quarantina di chilometri, sono intervenuti in soccorso dell’uomo anche i Carabinieri della locale stazione di Valledolmo, i volontari della protezione civile e i sanitari del 118 con un’ambulanza.
Quando i pompieri sono riusciti a entrare in casa, dopo aver domato, anche se parzialmente il rogo, per l’85enne non c’era già più nulla da fare. Era riverso in terra ormai senza vita.
È stato inutile ogni tentativo di rianimazione da parte dei soccorritori.
Così come era stato inutile il tentativo da parte di uno dei nipoti di portare in salvo l’anziano, date le fiamme ormai imponenti che gli hanno impedito di entrare in casa.
A rogo definitivamente domato, il successivo accertamento avrebbe spiegato meglio la dinamica della tragedia: le scintille, partite dalla stufetta lasciata accesa, avrebbero investito prima una coperta e poi un comodino in legno. L’anziano 85enne non si sarebbe assolutamente reso conto di ciò che stava succedendo nella sua camera da letto e avrebbe perso i sensi a causa delle esalazioni di fumo sprigionate dagli arredi che bruciavano scivolando così inconsapevolmente dai sogni alla morte.
Dopo l’autopsia la salma sarà restituita ai familiari per consentire di dare l’ultimo saluto al loro caro.
(foto Web)