di Giovanni Macrì
È la sera della vigilia di Natale del 2021 quando il 62enne Antonio Calandrino, carrozziere in pensione, se ne stava tranquillamente a fumare appoggiato alla ringhiera del parapetto nei pressi della scalinata di via Tagliata di Castelvetrano (TP).
Nasce una lite per motivi abietti tra due coetanei e forse l’uomo cerca di intervenire a sedare il forte litigio e anche per proteggere la sua auto parcheggiata dove i due discutevano animatamente.
Veniva quindi spinto, in un raptus di reazione, e volava giù sul marciapiede della strada sottostante da un’altezza di più di tre metri.
Ricoverato d’urgenza, viste le gravi condizioni sanitarie, al “Trauma center” di “Villa Sofia” di Palermo veniva sottoposto a delicato intervento in sala operatoria per una lesione all’aorta. La successiva ischemia cerebrale ne causava prima il coma e poi, dopo dieci giorni di agonia, nei primi di gennaio, la morte.
Gli inquirenti da subito hanno indirizzato le loro indagini nei confronti di una giovane di 23 anni, Maria Aurora Campanella, già nota alle forze dell’ordine perché in passato denunciata per altri atti violenti e furto, iscrivendola nel registro degli indagati per lesioni personali aggravate.
Ora con la morte dell’uomo viene modificato l’impianto accusatorio… in omicidio preterintenzionale.
I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Castelvetrano, su richiesta della locale Procura, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa del Gip di Marsala.
Sarà l’autopsia a stabilire il nesso causale tra la spinta che la donna avrebbe assestato alla vittima e la sua successiva morte.
(In copertina, foto Web)