di Giovanni Macrì
Quello definito come un “uragano mediterraneo”, causato da un profondo centro di bassa pressione, ha investito la Sicilia, soprattutto orientale, in modo molto violento determinando la caduta in 48 ore di più di 150 millimetri di pioggia (una quantità che solitamente si registrerebbe nell’arco di sei mesi) e per di più con venti oltre i 100 Km/h.
Enormi masse di acqua hanno invaso case e strade portando la popolazione dell’hinterland catanese in un incubo che non è ancora finito.
Piogge torrenziali hanno gonfiato oltre misura i torrenti, facendo straripare anche il Simeto.
Fiumi impressionati d’acqua si sono riversati per le vie dei paesini etnei come fossero uno tsunami che ha portato con sé morte e distruzione.
Si contano, infatti, due morti a Scordia (CT). Una coppia, marito e moglie, lui, Sebastiano Gambera, 67enne, lei 54 anni sono stati travolti dal nubifragio e dalla furia del fiume d’acqua e di detriti mentre si trovavano in un agrumeto di una zona di campagna in contrada “Ogliastro”. Ieri è stato ritrovato il corpo dell’uomo, mentre solo stamattina, dopo le ricerche da parte dei Vigili del Fuoco e di due unità specializzate della Protezione Civile, è stato ritrovato il corpo senza vita della donna trascinato per più di due chilometri da dove un’automobilista aveva dato subito l’allarme. Questi, infatti, ai vigili del fuoco che lo hanno soccorso aveva riferito di aver visto una coppia su una Ford Fiesta che, scesa dall’auto, sarebbe stata travolta dall’acqua.
Così il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci: “Ho espresso il mio cordoglio al sindaco, Franco Barchitta, per la tragedia che ha colpito la comunità di Scordia. Provo dolore e rabbia per quanto è accaduto, oltre a profonda preoccupazione per il persistere dell’ondata di eccezionale maltempo che interessa in queste ore, in particolare, la Sicilia orientale” – proseguendo – “Sono in costante contatto, da ieri sera, con il capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina, che sin da subito, con i suoi uomini, con i volontari, col Genio civile e col Corpo forestale, ha effettuato numerosi sopralluoghi per il più celere ripristino della normalità nei centri maggiormente colpiti. Si sta procedendo ad una prima ricognizione dei danni e nelle prossime ore riunirò il governo regionale per deliberare lo stato di emergenza e chiedere a Roma la dichiarazione dello stato di calamità.”
Vigili del Fuoco, personale di A.N.A.S., squadre di tecnici della Protezione Civile Siciliana e di Organizzazioni di volontariato specializzato continuano a lavorare per riuscire a sgomberare le strade interessate e ripristinare la circolazione interrotta nel più breve tempo possibile.
Collegamenti con le isole Eolie interrotti. Stromboli, Ginostra, Panarea, Alicudi e Filicudi isolate da 48 ore. Decine di voli sono stati cancellati agli aeroporti di Catania e Palermo.
Le piogge torrenziali hanno divelto una parte del parapetto lungo il ponte “San Giuliano” che attraversa il fiume Alcantara a Randazzo (CT).
La protezione civile ha diramato un allarme rosso e i vigili del fuoco continuano a effettuare interventi. Sono più di 400 le operazioni svolte in Sicilia in un solo giorno, con criticità soprattutto nel catanese e nel siracusano.
Un masso di circa una tonnellata è caduto su una carreggiata dell’autostrada A18 Messina-Catania, al km. 10,800, all’altezza del Comune di Scaletta. Immediatamente è stata disposta la chiusura al transito dei mezzi sul tratto tra le uscite di Tremestieri e Roccalumera.
Ieri a tarda sera, durante il fortissimo temporale il nucleo Saf (speleo alpino fluviale) dei vigili del fuoco di Trapani e la squadra di Alcamo hanno salvato quattro uomini, due di nazionalità tedesca, uno ecuadoregno e il quarto italiano, rimasti improvvisamente intrappolati dal rigonfiamento del fiume che attraversa le Terme Segestane sul versante del Comune di Castellammare del Golfo (TP).
Il quadro che ne vien fuori è che siamo inermi innanzi a una Sicilia, un’Italia fragile di fronte al maltempo. Si possono solamente, dopo, contare i danni e piangere i morti.
È molto probabile che l’uomo sia responsabile, almeno in parte, di questi catastrofici disastri naturali e il principale fattore scatenante è di certo l’aumento della concentrazione di anidride carbonica nell’aria.
Ancora una volta la furia della natura ci fa capire quanto siamo “piccoli” quando questa scatena le sue orde che seminano terrore, disastri e morte.
Di certo è che bisogna stare solo preoccupati per le enormi sfide che continuamente dobbiamo affrontare in materia di protezione poste dai disastri legati al clima.
Una riflessione è d’obbligo: “Sicuramente c’è bisogno di interventi strutturali in tutto il mondo, ma, per quel che ci riguarda da vicino, soprattutto in un grande Paese europeo, qual è l’Italia, che vive senza un’analisi complessiva dei rischi e delle priorità di intervento che da sola potrebbe salvaguardare vite umane e territorio”.