di Giovanni Macrì
In provincia di Catania e davanti agli occhi increduli e terrorizzati degli amici si è consumato un ulteriore femmicidio.
Uccisa la ventiseienne Vanessa Zappalà, intorno alle tre di stanotte del 23 agosto, mentre passeggiava con degli amici sul lungomare di Acitrezza, piccolo borgo marinaro in provincia di Catania, reso famoso perché ambientazione del Verga ne “I Malavoglia”. Sul posto dell’efferato omicidio sono intervenuti i carabinieri del Sis, lo speciale reparto di investigazioni scientifiche di Catania.
Lei una ragazza solare, tranquilla, buona, gentile, educata, diplomata all’istituto tecnico economico, viveva con la famiglia a Trecastagni e lavorava in un panificio.
Quando le amiche le paventavano il loro timore per i comportamenti maniacali e aggressivi dell’ex fidanzato, lei rispondeva: “Tranquilla non mi fa niente, è solo geloso!”.
Il 19 luglio scriveva sul suo profilo Fb: “Non puoi mostrare il mare che hai dentro a chi non sa nuotare!”.
L’ex fidanzato, il trentottenne Antonio Sciuto, venditore d’auto a San Giovanni La Punta (CT), non si era dato mai per vinto dopo l’interruzione della relazione da parte della ragazza, resasi conto, dopo l’ennesima dose di bastonate, che non poteva essere succube di un individuo violento. Allora pedinamenti, appostamenti e scenate in pubblico.
Dopo essere stato anche arrestato dai carabinieri, ma poi, dopo un breve periodo di arresti domiciliari, rilasciato dal GIP, seppur con divieto di avvicinamento, ha compiuto il passo finale. L’ha avvicinata e sparato in testa uno, due e forse tre colpi. Uccidendo la giovane all’istante e anche ferendo di striscio una sua amica. Quindi si è dato alla fuga e da subito ricercato per omicidio. Senza sosta i militari hanno setacciato le zone limitrofe nel catanese, compiendo anche svariate perquisizioni nelle abitazioni dei parenti più stretti e degli amici dell’uomo. Tracciando altresì le celle dove si sarebbe potuto agganciare il suo telefonino. Si pensava addirittura che avesse potuto già attraversare lo stretto di Messina a bordo di un’automobile non sua.
Invece epilogo nell’epilogo il suo corpo senza vita è stato rinvenuto dai carabinieri, sempre nel catanese, in contrada Trigona, nelle campagne di Trecastagni.
L’uomo si è impiccato in un casolare!
L’assassino della povera Vanessa postava selfie con auto e moto di lusso, anche torso nudo mostrando una corona tatuata sul torace. Anche immagini che oggi appaiono come degli evidenti segnali premonitori, come quella di Scarface e la sua celebre frase “Io non dimentico nulla, aspetto solo il momento giusto”. Come un’altra immagine: la foto di un uomo e di una donna di schiena su un terrazzo con lui che le punta la pistola alla tempia e sulla schiena ha la scritta “I love you”. Oppure anche lo scatto della scritta nera su di una pietra bianca… “I migliori inizi capitano dopo i peggiori finali”.
Più volte si era presentato, dopo la separazione, all’abitazione di Vanessa facendo anche sotto casa e per strada imboscate o scenate di gelosia e minacciandola, tanto da indurre il padre della giovane prima ad affrontarlo verbalmente e poi a chiamare le forze dell’ordine e denunciarlo per stalking, cercando di ridare così una certa serenità alla figlia.
Ma non è bastato!
Il tarlo della gelosia, pur avendo avuto l’intimidazione dalla procura di non avvicinarsi alla donna, non lo ha fatto desistere sino a compiere nella nottata l’ignobile atto conclusivo.
L’uccisione di Vanessa è un un’ulteriore sconfitta dello Stato!
La strage delle donne non si ferma: sono 105 dal dossier del Viminale, relativo al periodo tra il 1 agosto 2020 e il 31 luglio 2021. Una donna ogni tre giorni!
Picchiate, sfigurate, accoltellate, massacrate, uccise da uomini -forse non sarebbe neanche opportuno chiamarli così- che per un insano e incomprensibile delirio di onnipotenza hanno deciso di portare a termine il loro diabolico, meschino, perverso e criminale disegno.
Ricordiamoci sempre che sono Donne e non numeri. Esse vanno protette e non abbandonate alla pazzia di queste menti malate.
“La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata”.
(William Shakespeare)