di Michele Petullà
Sono state “ammainate” le ultime insegne di UBI Banca. Al loro posto sono state “issate” le nuove insegne di BPPB - Banca Popolare di Puglia e Basilicata.
La nuova Banca si insedia, da oggi 24 maggio, nei locali storici della centralissima sede di Corso Vittorio Emanuele III della città capoluogo di provincia. Adesso sembra essere finita per davvero un’epoca. Nel fine settimana del 22-23 maggio sono state completate – presso la filiale vibonese e le altre due filiali della provincia interessate, Pizzo Calabro e Serra San Bruno –, le operazioni di smontaggio delle ormai vecchie, e fuori tempo, insegne di UBI Banca e al loro posto sono state montate le insegne nuove di Banca Popolare di Puglia e Basilicata, ovvero quella che si preannuncia essere la nuova Banca del territorio.
Le operazioni di “restyling” hanno suscitato una qualche commozione tra i dipendenti, ma anche in qualche cliente presente al momento del cambio, e non ha mancato di catturare l’attenzione e la curiosità dei passanti sul frequentatissimo e centralissimo corso.
Una storia bancaria lunga 160 anni. Si tratta, dunque, di un passaggio epocale per il territorio vibonese: la fine di una storia “vecchia” e l’inizio di una storia “nuova”. Con questa operazione, infatti, si chiude definitivamente una storia lunga 160 anni, iniziata nel lontano 1861 con la storica Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, la quale è stata incorporata, nel 1992, nella CARICAL SpA, confluita in Banca Carime nel 2017, che è stata a sua volta incorporata, nel 2017, in Ubi Banca.
Il resto è storia recente, anzi recentissima, ed ha inizio il 12 aprile scorso, quando si realizza la fusione tra Intesa San Paolo ed Ubi Banca, per incorporazione della seconda nella prima, a seguito della Opas (Offerta pubblica di acquisto e scambio) lanciata il 12 febbraio 2020 da Intesa su Ubi e conclusasi il 30 luglio 2020 con il 90,21 delle adesioni. A seguito di questa corposa e importante operazione, il Gruppo bancario s’è trovato nella necessità – dettata dalle regole di limitazione della concorrenza che vengono gestite dall’Autorità Garante per la Concorrenza e per il Mercato – di cedere una parte di sportelli. Una quota cospicua, preponderante, di essi è stata ceduta a BPER - Banca Popolare dell’Emilia Romagna.
Rimaneva un ramo d’azienda composto di 26 sportelli – di cui tre in Calabria, ubicati nella sola provincia di Vibo Valentia, e cioè Pizzo Calabro, Serra San Bruno e la filiale della città capoluogo di provincia –, sui quali è stata avviata una procedura di gara – secondo quanto previsto da Intesa San Paolo – che BPPB ha portato a termine con determinazione, volendo rafforzare i legami col territorio, nelle cui potenzialità afferma di credere fermamente. Si tratta di sportelli ricadenti in territori del Centro Sud: Molise, Abruzzo, Basilicata e Calabria: un’opportunità che BPPB non si è voluta fare sfuggire, per consolidare la sua presenza in territori dove era già presente e per insediarsi per la prima volta in territori nuovi, come la Calabria, ma limitrofi a quelli di origine della nuova banca.
La migrazione dei sistemi informatici. Il cambio delle insegne è solo un aspetto di questo processo, quello più esterno ed “emotivo”, possiamo dire. Il passaggio alla nuova Banca, infatti, ha comportato anche la “migrazione” – avvenuta anch’essa nel fine settimana del 22-23 maggio – di tutti i dati e tutti rapporti relativi ai clienti e, nel complesso, un adeguamento al modello organizzativo ed informatico di Banca Popolare di Puglia e Basilicata, al fine di razionalizzare i processi uniformandoli all’interno della nuova realtà bancaria.
Una migrazione programmata ed organizzata in maniera tale – ha assicurato la Direzione di BPPB – da garantire che tutto proceda regolarmente, senza creare problemi o intoppi particolari ai “nuovi” clienti, anche nella fase successiva alla migrazione vera e propria, quella di gestione operativa e lavorativa del passaggio sotto le nuove insegne. A tal proposito, il management ha voluto rassicurare dipendenti e clienti che il passaggio è stato preparato ed organizzato nei minimi particolari, con cura e attenzione, al fine di prevenire, o ridurre al minimo, il sorgere di problemi particolari ed eventualmente di risolverli in maniera tempestiva.
Inoltre, “Dal 24 maggio ci sarà una batteria di persone – ha dichiarato in un’intervista il Vice Direttore Generale di BPPB, Vittorio Sorge – in stretto contatto con sessanta ‘avviatori’, colleghi della Banca, che saranno presenti in tutti quei 26 sportelli per assistere i dipendenti a poter rispondere ai clienti e risolvere insieme eventuali problemi”.
L’intento, ovviamente, è sicuramente anche quello di evitare i tanti “inconvenienti” tecnici che si sono verificati nel periodo di “interregno” di Intesa San Paolo, durato circa 40 giorni, dal 12 aprile al 21 maggio.
Le rassicurazioni dei dipendenti e del management. Su questo aspetto è molto chiaro Gianluca Lanzone – uno dei dipendenti più “storici” e d’esperienza, fermo punto di riferimento per i clienti e per i colleghi più giovani della filiale –, il quale, riportando le rassicurazioni ricevute dal management della nuova Banca, ci ha dichiarato: “Sarà sicuramente un passaggio ordinato e funzionale. La Direzione della Banca è stata continuamente in contatto con noi per supportarci e fornirci indicazioni puntuali e precise. Tutto è stato preparato al meglio, per ridurre al minimo i problemi o per risolverli tempestivamente qualora si dovessero presentare. La Direzione, inoltre, ci ha assicurato che sin dal primo giorno, e per tutto il periodo che si renderà necessario, saremo assistiti e guidati in filiale da un gruppo di “avviatori”, che staranno al nostro fianco per affrontare assieme le eventuali problematiche lavorative e per farci acquisire la giusta operatività sulle nuove procedure con cui dovremo convivere”.
In termini operativi “cambierà veramente molto poco” – secondo quanto dichiarato dal VDG Vittorio Sorge – in quanto “Le persone con cui i clienti sono stati abituati a dialogare saranno le stesse e, ci auguriamo, con in più la cultura di banca del territorio che noi cerchiamo di portare avanti. I prodotti e servizi a loro più familiari abbiamo cercato di trasferirli su quelle che sono le nostre soluzioni, quindi limitando proprio a pochissimo i cambiamenti necessari. La nostra maggiore attenzione è stata rivolta, in particolare, al dialogo con i clienti: cercando di parlare quanto più possibile e spiegare bene quello che sarebbe avvenuto. Abbiamo lavorato per cercare anche di venire incontro agli interessi dei clienti, laddove fossero possessori di prodotti o di soluzioni di cui la Banca non disponeva, come nel caso delle carte di debito e prepagate. E poi i dipendenti: sono stati la nostra preoccupazione principale, perché saranno parte della nostra famiglia, perché sono l’interfaccia della Banca nei confronti dei clienti”.
Insomma, una forte rassicurazione verso i clienti, comprensibilmente “dubbiosi”, se non “diffidenti”, nei confronti della nuova realtà bancaria con cui dovranno confrontarsi e interagire, di cui poco o nulla conoscono ancora. Una rassicurazione che ci tiene a ribadire anche la responsabile della filiale vibonese, Antonella Amoroso: “I clienti possono stare assolutamente tranquilli. La nuova Banca è assolutamente solida dal punto di vista patrimoniale e particolarmente attenta ai bisogni e alle esigenze dei suoi clienti e del territorio in cui opera. E poi, qui la garanzia siamo noi: il personale, lo stesso di prima. E’ la nostra professionalità e la nostra disponibilità. E’ la credibilità che ci siamo conquistati sul campo e che vogliamo assolutamente conservare ed aumentare. E’ la fiducia reciproca su cui basiamo le relazioni con i nostri clienti e la capacità di dare risposte adeguate alle loro richieste”.
Una "Banca del territorio", dunque, sembra di poter dire, ma non solo nell’intermediazione finanziaria: anche "Banca per il territorio – come precisa il Presidente Leonardo Patroni Griffi –, in termini di iniziative sociali, culturali e di sviluppo ambientale. Un modello utile ed ‘esportabile’, quindi esteso ai territori che sono parte del nostro Mezzogiorno e del nostro Sud”.
Un cambiamento di paradigma forte ed interessante, un cambiamento epocale, quasi una mutazione antropologica della cultura e della pratica bancaria a cui siamo stati purtroppo abituati nel corso degli ultimi 20-30 anni, in cui le principali realtà bancarie del Mezzogiorno e del Sud – Cassa di Risparmio di Calabria e Lucania, Banca Popolare di Crotone, ma anche Banco di Napoli e Banco di Sicilia – sono state letteralmente “inghiottite”, fino a perdersi ogni traccia, da Banche più “robuste”, con forte sofferenza da parte del territorio. Per questo sembra di poter accogliere con rinnovato ottimismo questa nuova realtà bancaria, che per la prima volta si insedia sul territorio vibonese e calabrese e lo fa all’insegna dell’attenzione verso il territorio, qualificandosi espressamente come “Banca del territorio e per il territorio”.
BPPB, una realtà bancaria in espansione. BPPB - Banca Popolare di Puglia e Basilicata, nata nel 1883, ha assunto l’attuale denominazione nel 1995, a seguito della fusione, dopo alcuni passaggi societari, tra la Banca Popolare della Murgia e la Banca Popolare di Taranto. La Direzione Generale ha sede ad Altamura, in provincia di Bari. Attualmente la Banca conta circa 140 sportelli, compresi quelli di nuova acquisizione, dislocati in dodici Regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia – dove è ubicato il numero più consistente di filiali –, Basilicata e Calabria.
La Banca si presenta come “innovativa”, perché connessa alle esigenze dei suoi clienti, ai loro progetti e al loro tempo, “grazie alla tecnologia e alle relazioni umane, alla trasparenza e alla fiducia”. Una “Banca territoriale”, che ha e mette radici nel territorio in cui opera, per essere “vicina alle persone e alle imprese”, perché essere Banca del territorio significa “ascoltare, dialogare e dare risposte”.
Banca Popolare di Puglia e Basilicata si presenta ai suoi nuovi clienti del territorio calabrese, e vibonese in particolar modo, visto che qui sono ubicate le uniche tre filiali presenti, all’insegna non di un generico slogan, ma di tre parole “forti”, che indicano una direzione, un progetto di lungo respiro e un impegno: “Solida” (Solidità), perché “i numeri” della sua storia “lo confermano” e la sua solidità è fatta soprattutto di “affidabilità e garanzia” per i suoi clienti; “Vicina” (Vicinanza), perché ha a cuore il territorio, ma soprattutto le persone “con cui instaura un rapporto diretto e costante, fatto di conoscenza reciproca, ascolto, flessibilità”; “Concreta” (Concretezza), perché vive immersa nella stessa realtà dei suoi clienti e “tende sempre ai massimi livelli di performance con consistenza, efficacia ed efficienza”.
Insomma, grandi propositi e ottime intenzioni, ma ancora tutte da verificare sul campo. La storia è solo all'inizio e, come si dice, se son rose fioriranno. Se l’interesse per il nostro territorio e l’impegno di BPPB su di esso è realmente quello annunciato; se queste sono le premesse che stanno alla base del suo nuovo impegno; se queste premesse si tradurranno in buone pratiche operative a sostegno del territorio, vicine alle esigenze di famiglie e imprese, i clienti avranno buoni motivi per intrattenere relazioni reciprocamente proficue con la nuova Banca. Se le buone intenzioni si tradurranno realmente in fatti, forse, una nuova e interessante pagina di storia bancaria potrà essere scritta per la provincia vibonese e per la Calabria intera.