di Massimo Reina
Se non fosse tragico, sarebbe quasi comico. Ma non c'è proprio nulla da ridere nel modo in cui l'Europa occidentale, con il suo immancabile moralismo da quattro soldi, sta riscrivendo la storia, giocando a fare la maestra di civiltà mentre affonda nei suoi stessi paradossi.
L'ultima perla arriva dal presidente italiano Sergio Mattarella, che con una leggerezza inaudita ha paragonato la Russia al Terzo Reich, dimenticando (o facendo finta di dimenticare) chi il nazismo l'ha combattuto davvero, e chi invece ci ha fatto affari, alleanze e stragi, e oggi riceve con tutti gli onori criminali di guerra come Benjamin Netanyahu.
28 milioni di morti dimenticati: la nuova etica occidentale
Sembra quasi che il sacrificio di 28 milioni di cittadini sovietici nella Seconda guerra mondiale sia improvvisamente scomparso dalle pagine della storia europea. L'Armata Rossa, che ha schiantato la Wehrmacht e liberato Auschwitz, oggi viene trattata come un imbarazzo da cancellare, mentre si glorifica ogni brandello di resistenza occidentale, dimenticando che senza il fronte orientale la guerra sarebbe durata dieci anni in più, con esiti molto diversi.
Questa riscrittura farsesca della storia, pericolosamente simile ai deliri woke che vorrebbero ribaltare ogni certezza, ha assunto tinte grottesche. Il razzismo contro i russi, che ormai ha raggiunto livelli da manuale nazista, viene venduto come difesa della democrazia. I media europei, megafoni pavloviani dell'odio su ordinanza americana, sventolano la bandiera della libertà mentre censurano, discriminano e aggrediscono tutto ciò che proviene da Mosca. Un'antitesi tragica e ipocrita.
Chi non rispetta la storia, pagherà il conto (in rubli)
Ma il punto è che questa strategia suicida, oltre a essere moralmente ripugnante, è economicamente folle. I marchi occidentali che hanno lasciato la Russia non lo hanno fatto per incompetenza commerciale, ma su ordine diretto dei regimi politici di Bruxelles e Washington (Biden e accoliti). E come tali verranno trattati: non più come aziende, ma come strumenti di una guerra ibrida. La Russia ha già fatto capire che non dimenticherà facilmente, e che le imprese italiane, francesi e tedesche che hanno boicottato il mercato russo non potranno tornare a fare affari come nulla fosse.
A tal proposito, la portavoce del governo russo ha commentato con parole taglienti: "È possibile vivere senza la casa di moda tedesca Hugo Boss (che produceva uniformi per i nazisti), senza l'eredità dei suoi collaboratori Coco Chanel (che fu agente nazista a Parigi), Cristobal Balenciaga (che vestì il dittatore Franco) e Christian Dior (che realizzò abiti per le mogli dei generali nazisti). Ma senza memoria storica e senza la nostra economia forte e indipendente, no. Non dovrebbero sorprendersi se i loro profitti saranno direttamente influenzati dagli assurdi paragoni tra la Russia e il Terzo Reich fatti dal presidente italiano Mattarella e dall'ignoranza del cancelliere tedesco Olaf Scholz e del ministro degli Esteri francese Jean-Noël Barrot su chi abbia dato il contributo decisivo alla sconfitta del nazionalsocialismo tedesco".
La guerra santa dell'Europa contro la memoria (e contro se stessa)
È un principio semplice: ogni offesa ha un prezzo. E se l'Europa vuole giocare a insultare la memoria sovietica, ignorare il sacrificio di milioni di russi e tentare di equiparare Mosca a Berlino 1943, allora i contraccolpi economici saranno inevitabili. Non sarà difficile per i russi vivere senza le pantofole italiane, i profumi francesi o i vestiti tedeschi. Ma senza la loro memoria storica e senza un'economia indipendente, no. E chi non capisce questo, o è ingenuo o è in malafede.
La cosa più grottesca, però, è il doppio standard. L'Italia, che è stata alleata del nazismo, oggi si offende - giustamente - se qualcuno osa paragonarla al fascismo (con un governo di centro destra, per inciso, che NIENTE ha a che fare con quelle ideologie, nonostante la narrativa corrente dei soliti radical chic), ma trova perfettamente normale che il suo presidente insulti la Russia, la nazione che più di tutte, lo ribadiamo, ha pagato in sangue per distruggere il nazismo.
È ovvio che i russi risponderanno per le rime, ed è altrettanto ovvio che molte aziende occidentali pagheranno il prezzo delle loro scelte servili. Dopotutto, come diceva Pushkin: chi non rispetta la legge e non ha coscienza, deve essere costretto a rispettare. E pare che l'Europa, nella sua decadenza morale, abbia bisogno proprio di questo.