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di  Massimo Reina 

 

Non serve una lettura troppo sofisticata per cogliere l’ironia di questi giorni: artisti (o pseudo tali), celebrità e giornalisti che, con gran fragore, annunciano l’abbandono di “X” (l’ex Twitter) per motivi di “principio”. L’accusa? Il temuto “spostamento a destra” della piattaforma da quando è stata acquistata da Elon Musk. Ma siamo davvero sicuri che il problema sia solo quello? O piuttosto si tratta di un altro esempio di censura a geometria variabile, quella che punisce solo chi non segue i dogmi mainstream?

Di certo, i “valori” invocati dagli abbandonatori sembrano avere confini piuttosto fluidi. Dove stavano, infatti, i nobili ideali di libertà quando Facebook raccoglieva dati personali, consentendo, tra l’altro, manipolazioni elettorali globali a favore dei governi DEM e loro amici? Oppure, dov’erano le loro proteste quando Twitter, sotto la gestione precedente, censurava contenuti non conformi all’ideologia mainstream, bloccando profili e post “scomodi”? Allora il social blu andava benissimo, Twitter non dava scandalo, e il mainstream, che si posiziona esclusivamente a sinistra, non trovava motivi di boicottaggio.

Oggi, con Musk che parla di “libertà di parola” come principio cardine, molti trovano inaccettabile il cambio di rotta, come se un social network debba funzionare solo se rispetta una certa ortodossia ideologica. Il punto è semplice: chi decide cosa si può e cosa non si può dire? La risposta implicita di chi oggi abbandona “X” è chiara: decide il mainstream. Qualsiasi voce che diverga dal pensiero unico deve essere ostracizzata. E così, si invoca la “censura” solo quando riguarda “gli altri”, mentre si etichetta come “valori democratici” ogni limitazione della libertà quando serve a proteggere il proprio punto di vista.

Ma se la libertà di espressione è davvero un valore fondamentale, allora dovrebbe includere tutti, compresi coloro che non condividono l’ideologia dominante. Altrimenti, siamo davanti a una nuova forma di totalitarismo, nascosto dietro una facciata di emancipazione e modernità.

 

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Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
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