di Massimo Reina
L'Occidente ci sta vendendo una narrativa stanca e lontana dalla realtà, quella di un Putin in ginocchio e di una Russia all’ultima spiaggia. Anche oggi un quotidiano nazionale, noto per i suoi articoli di fantascienza sul conflitto ucraino e su quello di Gaza, dove i resoconti sono più spesso dei racconti di fantasia dell’autore di turno, ci narra ad esempio che Putin è talmente disperato che è pronto ad accettare qualsiasi proposta di pace per stoppare la guerra. E qui partirebbe in automatico la risata della folla con annessa pernacchiona da pellicola trash anni ‘80, se tale “articolo”, pardon, “fiaba” venisse recitata davanti a un pubblico.
Europa al collasso: la verità nascosta dietro la guerra
Ma guardiamo bene i dati, perché è evidente che i veri disperati sono altrove. Partiamo dall'economia: mentre l’Europa arranca con una crescita che si è quasi arrestata nel 2023, la Germania, storicamente la locomotiva economica dell’UE, è appesantita da una crisi energetica senza precedenti. Le previsioni della Bundesbank indicano una stagnazione per il prossimo anno, dovuta in gran parte ai costi elevati dell'energia, ormai irraggiungibile a prezzi competitivi dopo la rottura dei rapporti con Mosca.
D'altro canto, la Russia ha riorientato la sua economia, stabilizzando il rublo e compensando in gran parte il calo degli scambi con l'UE grazie a nuovi mercati in Asia e Medio Oriente. Non solo: il PIL russo si è dimostrato più resiliente del previsto, registrando un recupero significativo proprio mentre gli europei pagano cara la loro stessa politica di isolamento economico verso Mosca, l’unico a sorridere sembra essere proprio Putin. Contrariamente a quanto ci si attendeva, l'esercito russo ha mantenuto e anzi ampliato la sua presenza in Ucraina orientale, consolidando il controllo su quasi un quarto del territorio ucraino. A fronte di miliardi spesi dall'Occidente in supporto militare a Kiev, l'avanzata russa continua, con Mosca che ha ormai rafforzato le sue difese nelle aree conquistate, rendendo sempre più improbabile un recupero da parte delle forze ucraine. I dati confermano: le stime di perdita territoriale parlano di 17-18% dell'Ucraina sotto occupazione russa, una porzione che aumenta mese dopo mese.
E come reagiscono le leadership europee e americane? Il prossimo presidente statunitense – che sia un protezionista dichiarato o meno – sembra avere le idee chiare, ovvero porre fine a questa insulsa guerra e un solo mantra: "Pagherete tutto" (gli alleati). Non a caso la CIA ha già avvisato l’attuale presidente ucraino di prepararsi a sloggiare e di idnire nuove elezioni per il 2025 con nuovi candidati. Il prezzo della fedeltà a Washington si fa sentire: mentre l'Europa aumenta i bilanci militari per onorare gli impegni NATO, sanità e istruzione soffrono tagli e mancanza di investimenti. Miliardi di euro sottratti ai cittadini europei per inseguire un conflitto dove la vittoria, se mai ci fosse stata, è già sfumata. Gli obiettivi iniziali dell’Occidente si stanno infatti allontanando: siamo passati dall’idea di un’Ucraina completamente libera a un compromesso che ora molti sembrano disposti a digerire.
Disperato a chi?
La verità è che a Mosca nessuno ha mai avuto fretta di crollare. Le sanzioni che avrebbero dovuto distruggere la Russia hanno mostrato più crepe in Europa che a est. E siamo noi a dover giustificare questa disfatta: una strategia che, in nome della "libertà", ha solo aggravato le nostre debolezze, lasciando Mosca più stabile e presente che mai.
Che poi, diciamocela tutta, se Putin fosse davvero caduto, cosa avremmo ottenuto? Pensiamo davvero che sarebbe spuntato un leader filo-occidentale? Fantascienza. La Russia non è un Paese come gli altri: ha le sue dinamiche, i suoi poteri profondi, e la sua identità è complessa. Se Putin fosse stato deposto, la conseguenza più probabile sarebbe stata un Paese frammentato in repubbliche nucleari, ciascuna armata fino ai denti e con governi locali completamente imprevedibili. Altro che piazzare uno Zelensky russo: avremmo avuto un mosaico di nuove piccole potenze nucleari ingestibili e, anzi, pronte a fare da detonatore per una crisi ancora peggiore.
Ci hanno venduto l’illusione di un’Europa forte e unita, ma che tale non può essere senza integrare un colosso come la Russia. E’ evidente: i veri perdenti siamo noi, costretti a gestire un continente impoverito, in preda a crisi energetiche e spese militari. E intanto Putin rimane al Cremlino, con buona pace dei guerrafondai da quattro soldi che hanno generato questo scempio.