di Lorenzo Rossomandi
Orgoglio italiano?
Certo, ma dipende.
Visitando il MET a New York e constatato che sono esposte numerosissime opere d’arte di artisti italiani.
Prima reazione: cosa cavolo ci fa tutto questo patrimonio a New York?
Seconda reazione: come hanno fatto ad averle qui?
Terza reazione: caspita! Ce l’avranno rubate, sti str@nzi!
Ecco! Arrivato a quest’ultima reazione è seguita una forma di rigetto per quello che stavo pensando. Mi son sentito tanto un tipo con la felpa che, francamente, detesto.
Ed è stato questo rigurgito che mi ha fatto pensare che la presenza di quelle opere nella città che non dorme mai, sia in realtà una benedizione.
Mi son trovato ad immaginare quello che un cittadino americano potesse pensare del nostro paese apprezzando tutto quel bendiddio esposto nel loro museo più importante.
Quindi, ho pensato, mica male aver tutto questo materiale a zonzo per il mondo. Di sicuro rappresenta un bel biglietto da visita per il nostro paese, più di qualsiasi altro sito Internet o pagina social. Pensate poi se tutte quelle opere d’arte fossero rimaste nel nostro paese; probabilmente, sarebbero state un “di cui” che starebbe giacendo in qualche scantinato di un qualche museo, a far compagnia ad altre centinaia di migliaia di altre opere che stanno ammuffendo dimenticate.
Ma non sarà, invece, proprio grazie a queste opere disseminate per il mondo, che il nostro paese attrae ragazzi e ragazze a studiare nelle nostre università, oltre che milioni di turisti, da tutto il mondo a visitare il nostro paese?
Non sarà grazie a queste opere che il nostro paese continua ad essere apprezzato e amato e che i nostri architetti, stilisti, scienziati, studiosi in genere, vengano tenuti in alta considerazione?
E per questo mi fa ancor più arrabbiare il fatto che non riusciamo mai a tirar fuori un governo che riesca a meritarsi un rispetto pari a questa reputazione.
Fate quello che volete, ma al momento, io preferisco che una scultura di Lorenzo Bernini parli di noi al posto di un Lollobrigida, che un Giovan Battista Tiepolo ci rappresenti al posto di una Santanchè, che un Caravaggio spieghi chi siamo al mondo al posto di un Salvini.
Per non parlare dei recenti ministri della cultura…
Dobbiamo aprirci!
Perché solo aprendoci possiamo far capire al mondo chi siamo e quali potenzialità abbiamo.
Solo guardando ciò che altri paesi stanno facendo possiamo, con umiltà, prendere spunto da qualche modello per migliorarci.
Solo spingendo sull’acceleratore degli investimenti nella cultura e nell’istruzione possiamo pensare di tornare ad avere un ruolo nel mondo.
E non per essere semplicemente orgogliosi di ciò che facciamo, non per puro narcisismo, ma per il contributo al miglioramento che saremmo in grado di dare al mondo intero: questo è l’orgoglio italiano che mi piacerebbe…
…e questi ci parlano di sovranità, di protezionismo, di chiusura come se fossero la panacea di tutti i mali