di Simiele Orlando
Duchi e Presidenti Araldici dovrebbero sostenere ed innalzare Casati Nobili di rilevata importanza, nonostante i "fondamentali" Titoli nobiliari concessigli da Principi (Altezze Reali ed Imperiali) che contrariamente, bensì andrebbero glorificate a vita.
Costoro, per i propri scopi egoistici e in special modo per mancanza di conoscenza completa del veritiero passato storico e culturale in materia, non fanno che violare le legittimità e infangare se stessi a tal fine.
Il loro? Un vero e proprio percorso di astuta ipocrisia e contraddizione...
Ebbene, sì, per riallacciarci a ciò, ai nostri Principi e non "Sovrani" dovremmo mostrare l'assoluta riconoscenza e fedeltà, lealtà con il nostro quotidiano operato e non forzare sia la Microstoria che la Macrostoria ma continuare a sostenerlo, evolverlo e a trasmetterlo alle future generazioni.
La fine Honorum, a differenza di chi sostiene che è indivisibile ed unica, è bensì concedibile ufficialmente a membri meritevoli, date le elevate capacità applicate su campo e soprattutto per diritti ereditari.
Un Titolare Fons Honorum ha diritto ed autorità legali di nominare e attribuire Titoli e non solo...
può benissimamente concedere la "Fons Honorum".
Non si può assolutamente pretendere di adoperare stratagemmi per poter apportare cambiamenti in quanto sia alla Microstoria che alla Macro.
La storia resta storia per i secoli dei secoli...
Il passato risulta indelebile, incancellabile.
Il presente, il futuro d’altro canto?
Intatto.
Ritorniamo per un po' al passato.
Ebbene, tutte le Case Reali note che hanno fatto la storia, quali: De Medici, Savoia, ecc…
Per la concessione di Titoli nobiliari, hanno dovuto sborsare milioni e milioni di Ducati ai Sovrani per far ottenere la rispettiva "Fons Honorum".
Quindi, cosa esiste di cosa più avida e vile?
Nulla...
Fatti concreti parlano.
Nella Nobiltà non vi sono segreti.
Invito tutti coloro che hanno dato ascolto a certe dicerie di documentarsi a fondo.
Sì, studiate, analizzate e soprattutto glorificate poi i vostri "PRINCIPI".
Il passato è realmente il nostro presente anch'oggi.
A coloro che sono stati ufficialmente eletti; dico: In futuro saremo benedetti.