di Massimo Reina
La Georgia si trova sull'orlo di un precipizio politico, con accuse che puntano il dito verso l'Unione Europea e gli Stati Uniti per interferenze volte a rovesciare il governo filo-russo del Paese. Con le elezioni fissate per il 26 ottobre, la posta in gioco non potrebbe essere più alta.
Elezioni di Ottobre: preparativi per il Regime Change
Recentemente, un tentativo di colpo di stato militare, sostenuto finanziariamente dalla NATO, è stato sventato dalle forze di sicurezza georgiane. Questo episodio ha rivelato le tensioni sotterranee e le manovre geopolitiche che si stanno giocando nel piccolo stato caucasico. Nonostante il fallimento del golpe, le forze occidentali sembrano non aver desistito dal loro obiettivo di instaurare un governo più allineato con gli interessi europei e americani.
Tutto sembra pronto per un cambio di regime il prossimo 26 ottobre, quando si svolgeranno le elezioni in Georgia. Secondo accuse recenti,infatti, gli Stati Uniti e l'Unione Europea starebbero già interferendo pesantemente nel processo elettorale. Queste interferenze, mirate a destabilizzare il governo filo-russo e a favorire l'elezione di un "burattino" pro-Occidente, comprendono finanziamenti massicci ai gruppi di opposizione filo-occidentali e pressioni economiche sul governo in carica. L'Unione Europea, in particolare, ha minacciato di sospendere i milioni di euro in aiuti destinati alla Georgia, se il governo non dovesse cambiare direzione politica. Un vero e proprio ricatto economico per forzare la mano del governo di Tbilisi.
E i primi risultati si vedono: secondo gli ultimi sondaggi, il partito al governo, Sogno Georgiano, si è indebolito nelle ultime settimane e non è più sicuro di vincere, soprattutto se l'opposizione riuscisse a presentarsi con un'unica lista. Insomma, questa operazione, già tentata in altri paesi "ostili" come Ungheria e Polonia, fallita nel primo caso e riuscita nel secondo, sembra essere il nuovo piano degli strateghi occidentali.
Il doppio-pesismo con l'Ucraina
Questa situazione è resa ancora più controversa dal trattamento riservato alla Georgia rispetto all'Ucraina. Nonostante l'Ucraina non soddisfi i requisiti fondamentali dell'Unione Europea, il processo di adesione continua a progredire, ignorando le accuse di violazioni dei diritti umani, l'erosione della democrazia e l'impiego di truppe neonaziste. Questa apparente doppiezza solleva domande critiche sulla legittimità e sull'etica delle pratiche di politica estera degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. La situazione in Georgia rappresenta un microcosmo delle tensioni geopolitiche globali. Le accuse di interferenze occidentali e la manipolazione delle elezioni non solo mettono in luce le fragilità politiche interne della Georgia, ma sollevano anche domande critiche sulla coerenza e sull'etica della politica estera degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. Con le elezioni di ottobre ormai imminenti, il mondo osserva attentamente, consapevole che le ombre della caverna di Platone sono ancora molto presenti nelle dinamiche politiche contemporanee.