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di Lucia Zappalà

"Non ho tempo". No, il tempo si trova. Decidetevi di prendervi del tempo e prendetevelo per andare a vedere le sculture di sabbia di Jesolo. Anzi, per vivere le sculture di sabbia. Potrete fare questa esperienza fino al 5 febbraio 2023. E prima la fate, meglio è.

Le temperature gelide tardano ad arrivare. Approfittate dunque di questo clima mite che mette di buon umore, anche se il sole non c'è tutti i giorni.
L'accesso è libero e gratuito.
Non ci sono barriere architettoniche. E per di più possono entrare i nostri amici a quattro zampe, di piccole dimensioni, necessariamente al guinzaglio e in braccio. C'è un solo inconveniente: l'ambiente potrebbe essere affollato e si deve aspettare un po' prima di trovare un momento di tranquillità e fare foto con lo smartphone.
Quest'anno la Jesolo Sand Nativity (così viene denominata la mostra) è stata allestita in piazza Brescia. Sulla parete anteriore della tensostruttura si adagia un poster gigantesco, dove viene rappresentato Papa Francesco, emozionato davanti al presepe di sabbia, creato a Roma nel 2018.
A destra, davanti alla struttura, dà il benvenuto ai visitatori il Leone Alato di Vaia, realizzato da Marco Martalar, scultoredell'Altopiano di Asiago, in seguito alla tempesta Vaia del 2018. La maestosa opera è stata creata montando insieme più di 1500 pezzi di legno, rotti dalle raffiche di vento e raccolti nelle Prealpi Vicentine. Sul prato un libro tenuto aperto dalla zampa del leone con la scritta: "PAX TIBI, MARCE, EVANGELISTA MEUS" in latino "PACE A TE, MARCO, MIO EVANGELISTA".
E SCULTURE DI PACE è proprio il tema della 20^ Edizione della Jesolo Sand Nativity, che punta il dito verso un messaggio universale di pace.
Per una questione di spazio sono costretta a soffermarmi solo su qualche opera, senza mettere in secondo piano la grandiosità delle alt

All'ingresso della mostra spicca subito il tema con l'opera "LA PACE FRA DIO E GLI ESSERI VIVENTI", realizzata dagli artisti Pedro Mira (Portogallo) e Ferenc Monostori (Ungheria). Protagonista indiscussa dell'opera è la colomba della pace che stringe col becco un ramoscello d'ulivo. Quella foglia fresca che testimonia, nella Genesi, la fine del diluvio, confermando che Dio ha fatto pace con gli uomini. A destra l'arca di Noè che, meravigliandosi del bel tempo, attende impaziente il messaggio di Dio. Dietro, dei raggi di luce a rappresentare l'inizio di un giorno nuovo; un'alba diversa a simboleggiare la rinascita, con un animo più speranzoso del solito.
Si procede con "LA LUCE DELLA PACE". Ma cos'è la Luce della Pace?


Nella chiesa della Natività, a Betlemme, vi è una lampada ad olio che resta sempre accesa, ormai da tantissimi secoli. È rifornita continuamente dall'olio messo a disposizione, a turno, dai Paesi cristiani, come simbolo di pace e fratellanza fra i popoli.
La Luce della Pace da Betlemme è un'impresa internazionale, iniziata in Austria nel 1986, che consiste nell'accendere una lampada nella Basilica della Natività a Betlemme e nel distribuire poi la luce nella maggior parte dei paesi europei, per mezzo dei gruppi scout.


L'artista italiana, Michela Ciappini, ha scolpito in quest’opera l'Angelo della Pace mentre avvolge con le sue vesti l'umanità, rappresentata da giovani scout, "corrieri" di pace. È possibile tradurre la scultura in una dimensione di ottimismo, immaginando finestre che splendono nel riflesso di questa luce e porte aperte a lasciar passare il nuovo calore di pace. Viene riprodotta la formula chimica dell'ossitocina. Indicata col soprannome di molecola dell'amore, perché regola le relazioni affettive; a ribadire che si è tutti uguali e tutti siamo in grado di amare.
Si va avanti con la "NATIVITÀ", di Radovan Zivny (Rep. Ceca), Slava Borecki (Polonia) e Vadim Gryadov (Olanda). Qui la nascita di Gesù viene raffigurata in un territorio di combattimento e di distruzione, a rappresentare una comunicazione di speranza per ricominciare a fare progetti di pace. 

In una mostra l'occhio vuole la sua parte e il percorso all'interno della Jesolo Sand Nativity lo soddisfa ben bene; 750 mq di cammino fra le 10 sculture di sabbia create da 14 scultori, provenienti da 11 paesi diversi. E ancora una volta rifare la stessa distanza per ripetere le belle emozioni e far godere gli occhi, sentendosi di nuovo carichi di energia ed esponendosi al rischio di rifare una terza volta il percorso, senza nessuna scusa né possibilità di fuga.

Dal 2002 si ritrovano a Jesolo i migliori scultori di sabbia a livello internazionale. Quest' anno sono stati diretti da Richard Varano (Usa).
Oltre a quelli già sopra citati, riportiamo gli altri scultori presenti e le loro opere.
Hanneke Supply (Belgio) e Jakub Zimacek (Rep. Ceca) con "San Francesco e il Sultano".
Helena Bangert (Paesi Bassi) con "La cattura di Gesù".
Enguerrand David (Belgio) con "Il profeta Isaia, messaggero di pace".
Susanne Ruseler (Paesi Bassi) e David Ducharme (Canada) con "L'ultima cena".
Marielle Heessels (Paesi Bassi) con "La parola di Pace di Gesù".
Baldrick Richard Buckle (Gran Bretagna) con "La tregua di Natale".
Agnese Rudzite kirillova (Lettonia) con "La Città di Gerusalemme".

In un'opera l'artista deposita ciò che di bello ha. In questo gesto c'è la certezza di averci messo l'anima, di aver donato sé stesso.
E quel qualcosa di bello, che giace su circa 1500 tonnellate di sabbia, può fare la differenza in un visitatore.

 

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Info Autore
Lucia Zappalà
Author: Lucia Zappalà
Biografia:
Lucia Zappalà nasce nel 1971 in Sicilia. Inizia a scrivere poesie al Liceo Classico, scrittura che abbandona subito dopo la maturità. Dopo due decenni di “astinenza” si ridesta forte e imponente il bisogno di dedicarsi di nuovo alla scrittura, riscoprendo che la Poesia è ciò che dà un senso a tutto quando chiude gli occhi la sera. Riprende nell’estate del 2015 nascondendo dapprima questa passione, lasciandosi andare dopo alla condivisione dei suoi testi. Partecipa a concorsi nazionali, conseguendo svariati riconoscimenti. Sue poesie sono presenti in varie antologie di AA. VV. “Scriverai d’una luna nuova”, pubblicato con Akkuaria nel 2019, è il suo primo libro, che è già stato premiato in vari concorsi letterari. Dal 1997 vive a Istrana (TV) col marito e i due figli.
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