di Lucia Zappalà
Pronti coi nasi all'insù, gli occhi puntati al cielo per assistere alla 25^ edizione dello Jesolo Air Show. Uno spettacolo che tutti aspettano di vedere. Un'esibizione dalle incommensurabili emozioni.
Ad aprire lo spettacolo in un mite pomeriggio d'inizio settembre 2023 il pilota Emiliano Del Buono e la moglie, la Wingwalker Danielle, che, una volta in volo, si inerpica sulle ali, salutando il pubblico. Il movimento del loro biplano d'epoca, un Super Stearman da 450 CV, comincia a mettere in fuga i gabbiani mentre Danielle si sposta sulle ali continuando a stupire la folla sulla spiaggia, per poi rientrare in cabina di pilotaggio poco prima dell'arrivo a terra.
Il sole sul litorale di Jesolo è caldo e tutti vanno in cerca di uno scampolo d'ombra per proteggersi dal sole, ma la fresca brezza marina rende sopportabile la sosta.
Ed ecco in arrivo i nostri Ghibli AMX, solitamente chiamati toponi. Il loro impianto propulsivo, un turbofan Rolls Royce, permette di spingersi fino ad una velocità massima vicinissima a quella del suono. Un aereo subsonico che rende possibile un viaggio Trieste/Catania in meno di un' ora o di essere tre volte più veloce di un treno Frecciarossa. Un aereo definito anche camaleontico in quanto ha operato in differenti condizioni ambientali, riuscendo a sopportare diverse temperature: dai più cinquanta gradi del Kuwait ai meno trenta della Norvegia. Questa poliedricità si è rivelata utile sia in campo militare, riuscendo a fornire un supporto aereo ravvicinato, sia in un contesto civile. Infatti gli AMX hanno preso parte spesso ad opere di ricognizione a fronte di gravi sventure, che hanno colpito intere comunità: come il terremoto di Ischia, dell'Aquila, l'eruzione del vulcano Stromboli. Con fragorosi applausi il pubblico saluta i Ghibli italiani e dà il benvenuto con il suo Cap 20 a Paolo Pocobelli. Un pilota e paracadutista. Nel 1994, durante il suo 654^ lancio, fu sufficiente un incidente perché si ritrovasse con due vertebre rotte e una lesione midollare che lo hanno reso paraplegico. Pocobelli ha creato l'associazione "Ali per tutti", fondata per far diventare il mondo dell'Aeronautica un ambiente inclusivo, con il vivo desiderio di trasmettere un messaggio di solidarietà e di combattività soprattutto a coloro che sono in condizioni difficili e complicate e con l'invito a non arrendersi mai e a rimettersi sempre in marcia. Dopo una serie di meravigliose acrobazie saluta il pubblico del lungomare di Jesolo, regalando un battito d'ali rovesciato.
E gli applausi continuano forti per l’entrata in scena della Patrouille de France, ovvero la Pattuglia Acrobatica Francese, guidata dal comandante Aurélien Declercq. Sono otto Alpha Jet che eseguono uno spettacolo di 22 minuti, creando in cielo svariate figure tra cui il famoso cuore e la figura che si chiama "la bomba" ed infine le due cifre che simboleggiano il 70^ anniversario della Patrouille de France. L'Alpha Jet appartiene alla Pattuglia da 42 anni.
Poi arriva il rombo dell' F/A-18, col pilota Yannick Zanata, a sollecitare l'orecchio di tutti, dove il motore diventa il protagonista assoluto del volo. E le scariche generose di flares vengono accompagnate dalle musiche più belle di Top Gun.
In seguito, il sipario si apre nel cielo di Jesolo ancora una volta per lasciare spazio all' Agusta 129 dell'Aviazione dell'esercito italiano che giunge con un riverente inchino, salutando le autorità e l'intero pubblico. Un elicottero che nasce nel 1978 da un progetto interamente italiano della ditta Agusta, attuando il primo volo come prototipo nel 1983. Nei primi anni novanta entra in servizio dell'Aviazione dell'esercito e subito dopo, nel 1992 viene impiegato in Somalia . Un elicottero pentapala con motori Rolls Roice jem 42 che insieme sprigionano 1650 cavalli. Presenta un'autonomia di circa due ore di volo e un peso massimo al decollo di 4600 chili. Per la sua leggerezza e la sua manovrabilità è stato utilizzato in diverse operazioni in cui è stata necessaria la presenza delle Forze Armate. È intervenuto nei cieli della Somalia, Albania, Kosovo, Iraq e Afghanistan.
Si passa dopo ai piloti del metaverso acrobatico. Sono quei piloti che non pilotano gli aerei ma si collegano a loro totalmente, li portano indosso come vestiti. Parlano con loro, pensano con loro, vivono con loro. Andrea Pesenato, con il CAP 231, nel suo collegamento esegue svariati livelli di acrobazie e lo fa in modo proverbiale, mantenendosi, però, sempre legato ai parametri di sicurezza. Ed eccolo nella sua performance accompagnato dalle note di Maniac, Flashdance. Ad un certo punto l'aereo si arresta a gravità zero come gli astronauti, si ferma la musica creando l'apoteosi del silenzio per poi ripartire il motore, producendo un crescendo di emozioni tra chi ha i piedi per terra, e cancellando ogni legge della fisica. La musica continua con Ecstasy of soul, descrivendo fedelmente l'apice dell'esibizione acrobatica di Pesenato, campione italiano di acrobazie a motore (categorie avanzate Free Style), che ha vinto ben otto titoli nazionali. E ancora emozioni, ancora stupore con una manovra tutta sua che raffigura il movimento di un satellite che esce dalla sua orbita roteando in tutte le direzioni che lo circondano. Ancora un'altra figura particolare, accompagnata dalla colonna sonora dell'"Ultimo dei Mohicani", che tanti anni fa era stata ideata ma poi nessuno l'aveva più riproposta. Continua la sua performance con un looping inappuntabile e virate spettacolari, anche piatte, e tutta una serie di tonneau. E mentre gli applausi corrono da soli favoreggiati dall'ineccepibile bravura del pilota, è il suo volo folle a completare la sua esibizione.
L'emozione continua con l'arrivo della Lord 01, l'elicottero del 15° Stormo dell'Aeronautica Militare.
Per gestire la maxiemergenza del lungo e tragico periodo trascorso, dove il COVID ha messo in ginocchio l'intera Nazione e tutto il mondo, gli equipaggi del 15° stormo sono stati attivi ventiquattrore su ventiquattro, assicurando anche il trasporto dei pazienti colpiti da Coronavirus. Ogni volta che un elicottero del 15° Stormo è in volo o sta andando a mettere in salvo una vita umana o si sta esercitando per renderlo possibile. La manovra che è stata mostrata si chiama "Avio lancio" e simula l'azione di soccorso di un naufrago. Questa manovra viene impiegata quando le condizioni proibitive del mare o quelle del naufrago da recuperare non permettono l'avvicinamento del velivolo sulla verticale e dunque l'utilizzo del verricello. Dal 1965 l’elicottero del 15° Stormo ha messo in salvo più di 7300 persone in pericolo di vita. E questo basterebbe a nominarlo il velivolo da elisoccorso per eccellenza.
Ad emozionare ancora è l'ingresso dell'Eurofighter Typhoon. Uno spettacolo di incantevole bellezza con una vivace potenza che, in un batter d'occhio, va da zero a mille metri. E dall'altezza di 1150 metri il pilota scende con una circonferenza di 360 gradi, offrendo un abbraccio simbolico all'intero pubblico di Jesolo. Il pilota non fa uso di fumi, flares o altro, perché il suo Typhoon non è altro che una dichiarazione di autenticità acrobatica, di tecnologia e di poderosità. Crea immancabilmente altri momenti di grande emozione con il suo passaggio in volo rovescio. E ancora con il suo passaggio lento, perché nonostante la sua caratteristica di velivolo guerriero, il Typhoon è in grado di muoversi con una leggiadria irreprensibile ed una sbalorditiva stabilità, anche a velocità enormemente ridotte, come fosse il più semplice e naturale dei movimenti. E si congeda in maniera superba con un passaggio in avvitamento.
E dulcis in fundo a dipingere il cielo di Jesolo, con la bandiera della Repubblica Italiana, sono le Frecce Tricolori. Gruppo di volo della nostra Aeronautica Militare. Ha la funzione di esprimere il coraggio, l'abilità, la competenza, la tecnologia, la capacità di fare gruppo di un'intera Forza Armata. E ad accoglierli il pubblico, in piedi, canta orgoglioso il nostro inno nazionale. Svariati i tonneau che solcano il cielo di Jesolo. Ed ecco a seguire la manovra del cuore; una delle poche squadre al mondo ad eseguirla dal basso verso l'alto. Sulle note di "Con te partirò" di Andrea Bocelli, i fumogeni vogliono rimarcare uno strepitoso cuore, emblema della passione insita nell'essere umano, che spicca sull’azzurro coi suoi nitidi profili. La manovra del cuore è stata introdotta nel 2006 per celebrare la Nazionale di calcio, che ha vinto quell'anno i Mondiali.
È un susseguirsi di emozioni fra solista e formazione. Giù, sulla linea fittizia lungo la quale il cielo pare toccare il mare di Jesolo, il solista dà inizio alla sua salita. I giri del motore scendono, l'aria diventa sempre più pesante. Sul muso dell'MB. 339 vince implacabilmente la forza di gravità. Resta sospeso per un istante proprio a mezz'aria per poi lasciarsi cadere dentro il suo stesso fumo, sperimentando l'incanto di sentirsi scomparire. Dopo, sfacciato e suadente, riprende col muso verso l’alto la totale operosità delle parti aerodinamiche del suo MB. 339. Questa è la scampanata del Pony numero 11.
Senza sosta, continuano emozioni grandi come l’oceano con la manovra più novella del programma acrobatico delle Frecce Tricolori: la scintilla tricolore. Presentata per la prima volta a Lignano Sabbiadoro nel luglio del 2015.
Si eseguono ancora manovre di grande rilievo e dopo l'apertura della bomba il pubblico è, nel vero senso della parola, circondato dalla PAN. Presenti nove direzioni diverse, tre livelli verticali di separazione per l'incrocio travolgente della bomba, dove restare insensibili diventa impossibile e gli occhi si tengono sempre aperti, senza sbattere le palpebre, anche quando gli occhi incominciano a bruciare. E, come tradizione comanda, sulle note della Turandot del compositore Giacomo Puccini e con la voce indimenticabile del grande Luciano Pavarotti, si conclude il volo della Pattuglia Acrobatica Nazionale coi cinque chilometri del Tricolore più lungo del mondo. Il modo più significativo per celebrare i cento anni di storia della nostra Aeronautica Militare. Un secolo di volo. Cento anni al servizio della Nostra Nazione, col plauso del pubblico a voler esprimere la gratitudine per tanti anni di fedele servizio.
Foto di Vito Cecchetto