di Lucia Zappalà
Siamo gli ultimi giorni di novembre e in una bellissima domenica di autunno, sulle mura di San Teonisto, è stata stesa una lunga passatoia regale, composta da ben duemila quadrati di lana. Quello che è stato il frutto del lavoro di tante persone e di mani laboriose bisogna raccontarlo a tutti. C'è sempre una squadra fantastica dietro ad una bella iniziativa. Chi ha lavorato a maglia con i ferri, chi con l'uncinetto. Chi ha raccolto, chi ha accoppiato e cucito insieme, con un filo rosso, tutti i pezzi arrivati in sede.
Due quadrati di lana, 50x50 cm, in compagnia di altri due quadrati a formare una coperta di un metro per un metro. Coperte messe lì a disposizione di tutti, pronte a soddisfare il bisogno di altruismo e di generosità. Adagiate lungo le mura di Treviso, con una fantasia di colori tutta particolare e così suggestiva da far venire quasi un capogiro. Una luce variopinta e un'intensa vivacità che hanno riscaldato ogni pezzo di terra. Alberi ai lati hanno arricchito il lungo tappeto di lana con un alternarsi di ombre filiformi. Passeggiando a fianco abbiamo respirato l'aria di un periodo diverso, che ci ha fatto sperimentare vecchi ricordi, vecchie emozioni. Ci ha riportato indietro nel tempo in cui, da bambini, guardavamo estasiati le nostre nonne che sferruzzavano con ritmo intenso.
Chi non vorrebbe immergersi in un tempo così. I cittadini si guardavano intorno, affascinati dalla bella atmosfera.
In quell'atmosfera magica chiunque poteva sentirsi protagonista di Viva Vittoria con un piccolo contributo. Chiunque ha potuto sognare un mondo migliore. E come diceva Eleanor Roosevelt, ispiratrice del movimento americano per i diritti civili e degli afroamericani, “il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”. E in questo caso, il futuro appartiene alle donne che non si arrendono alla violenza e credono nella rinascita.
Ciascun visitatore ha avuto la possibilità di scegliere la propria coperta favorita e portarla con se, dando un'offerta di beneficenza a favore di Casa Luna casa rifugio del Comune di Treviso e Centro Antiviolenza Telefono Rosa di Treviso. C'era tanta gente che ammirava incantata e un'espressione di meraviglia si tratteneva sul suo volto compiaciuto. Tante persone si fermavano per qualche attimo senza alzare la testa, come se dovessero decidere un passo importante, e poi sceglievano. C'era anche chi era lì solo in veste di accompagnatore e, dopo, senza esitare, dava l'offerta con niente in cambio, lasciando le coperte al loro posto. E si scorgeva nei loro occhi un'emozione che prima non c'era.
La finalità per cui tante persone hanno lavorato è nobile. C'è stato il forte desiderio di aiutare.
Ci sono gesti che fanno la differenza, che possono migliorare la vita di alcune persone, del cui grido d'incoraggiamento a resistere e a superare gli ostacoli, della cui felicità possiamo essere i responsabili. Quello che bisogna fare dopo una violenza subita è tanto impegnativo. C'è tanto lavoro perché la violenza lascia dentro un urlo silente, un vuoto che difficilmente si potrà colmare.