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di Lucia Zappalà

Il professore Luca Bianco insegnava Fisica presso l'istituto di Agraria "Scarpa Mattei" di San Donà di Piave.

Nel novembre del 2015 si era presentato in classe vestito da donna e aveva chiesto agli studenti: "Da oggi chiamatemi Cloe".

Molti non presero bene questa decisione.

Secondo alcune testimonianze il dirigente scolastico si sarebbe schierato in un primo momento dalla parte dell'insegnante transgender ma che, in seguito, le polemiche sarebbero state talmente forti che venne presa la decisione di sospendere il professore per tre giorni dall'insegnamento. Ebbe inizio una serie di atteggiamenti discriminatori e i provvedimenti disciplinari perseverarono fino all'allontanamento dalla cattedra e al ridimensionamento in ruoli di segreteria. La professoressa Cloe Bianco (voglio chiamarla così per rispettare i suoi desideri) non poté più insegnare perché ritenuta "incompatibile rispetto all'insegnamento".

Quello che mi lascia sgomenta in questa storia è la facilità con la quale sia stato “licenziato” un'insegnante. È stato sufficiente indossare abiti femminili, una parrucca bionda e degli stivali con tacchi alti per scatenare il delirio di molti, di quasi tutti.

In tanti anni ho conosciuto diversi insegnanti veramente "incompatibili rispetto all'insegnamento" ma oltre alle lamentele dei genitori e qualche lettera al provveditorato agli studi, era impensabile parlare di licenziamento.

Un insegnante, bravo o incapace e incompetente che fosse, lo rimaneva a vita e a farne le spese erano solamente i malcapitati studenti. Era difficile se non impossibile spostare dalle proprie mansioni un insegnante.

In questo caso però tutto è stato semplice.

Qualcuno aveva detto a suo tempo: "Inammissibile presentarsi in classe così". Forse c'era stato un eccesso di folklore nella scelta dell'outfit. Era stato un momento di euforia per ricordare a tutti che al mondo esiste anche la "diversità". Si sarebbe potuto semplicemente invitare con garbo la professoressa ad usare un abbigliamento più consono all'ambiente in cui lavorava, facendo notare che quella mise non era in linea con quanto ci si aspettava dalla scuola. È anche vero che la scuola non è il luogo idoneo dove manifestare/ostentare la propria sessualità.

Le disposizioni organizzative della scuola enunciano che, per l’uso da parte degli studenti di un abbigliamento poco decoroso non adatto all’ambiente scolastico, entrano in vigore le seguenti sanzioni disciplinari:

1)esclusione dalla visita di istruzione o da altre iniziative specifiche

2) sospensione da 1 a 3 giorni in caso di reiterazione.

Non credete un po’ esagerata la reazione nei riguardi di Cloe Bianco?

È la brutalità, consentitemi il termine, con cui è stata affrontata la scelta dell'insegnante di vivere la propria sessualità che lascia amarezza.

Probabilmente sarà stata proprio quell' inumanità a condurre la professoressa Cloe sul sentiero degli abissi mentre il disagio passeggiava al suo fianco.

A quel bivio ripido della vita non ha trovato nessuna mano di aiuto ed è "precipitata" senza protezione.

Il 15 giugno tra Auronzo e Misurina è stato trovato il corpo carbonizzato di Cloe Bianco in un camper. E chissà...forse ora qualcuno si sentirà sollevato perché era un elemento fastidioso. Senza dubbio ci saranno quelle frasi esultanti: "finalmente...uno in meno!".

Perdonatemi la crudezza ma la realtà è questa.

 

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Info Autore
Lucia Zappalà
Author: Lucia Zappalà
Biografia:
Lucia Zappalà nasce nel 1971 in Sicilia. Inizia a scrivere poesie al Liceo Classico, scrittura che abbandona subito dopo la maturità. Dopo due decenni di “astinenza” si ridesta forte e imponente il bisogno di dedicarsi di nuovo alla scrittura, riscoprendo che la Poesia è ciò che dà un senso a tutto quando chiude gli occhi la sera. Riprende nell’estate del 2015 nascondendo dapprima questa passione, lasciandosi andare dopo alla condivisione dei suoi testi. Partecipa a concorsi nazionali, conseguendo svariati riconoscimenti. Sue poesie sono presenti in varie antologie di AA. VV. “Scriverai d’una luna nuova”, pubblicato con Akkuaria nel 2019, è il suo primo libro, che è già stato premiato in vari concorsi letterari. Dal 1997 vive a Istrana (TV) col marito e i due figli.
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