di Gabriella Paci
La crioablazione è, come ci dice il nome, la rimozione, attraverso il freddo intenso (di solito il gas argon) ovvero la crio-chirurgia di un tessuto biologico malato. E’ la tecnica alternativa alla radiofrequenza e all'ablazione chirurgica semplice. Questa metodica consente, con una minore incidenza di recidive e minori complicanze, di ridurre fortemente l'esposizione radiologica per tecnici e malati, con una sedazione molto meno profonda.
Fra i vari campi di applicazione, la crioablazione che è stata utilizzata normalmente per la cura delle lesioni ai reni e alla prostata, recentemente viene utilizzate per le neoplasie osse ,del fegato e del seno e nella cura della fibrillazione atriale.
COS’È LA FIBRILLAZIONE ATRIALE
A Pavia questa tecnica ha avuto ottimi risultati sulla fibrillazione atriale, gestita dapprima con i farmaci ma se è presa nella fase iniziale e non è perciò cronica, tale procedura permette di eliminare l’anomalia che causa l’aritmia e ridonare al paziente una buona funzionalità cardiaca.
La Fibrillazione Atriale è una patologia spesso asintomatica che riguarda il ritmo cardiaco e che è responsabile del 20% degli ictus ischemici,specie tra gli anziani. Chi soffre di fibrillazione atriale ha un rischio di 3/5 volte superiore di essere colpito da ictus che riguarda già 200.000 casi all’anno.
Coinvolge gli atri del cuore e porta a:
- una progressiva perdita delle contrazioni cardiache;
- alla formazione di coaguli di sangue.
A Pavia questa tecnica ha avuto ottimi risultati sulla fibrillazione atriale, gestita prima con i farmaci; adesso, se è presa nella fase iniziale e non è perciò ancora cronica, questa procedura permette di eliminare l’anomalia che causa l’aritmia e ridonare al paziente una buona funzionalità cardiaca.
Applicazione per la cura dei tumori
A Napoli, nell’ospedale Monaldi (ci sono solo 2 o 3 centri al centro-sud del genere) si è eseguito un intervento con successo su un paziente oncologico con un tumore al rene destro non operabile chirurgicamente anche per altre gravi patologie presenti.
Si congela il tumore fino a farlo necrotizzare e questo evita un approccio chirurgico invasivo,una lunga degenza e una pesante anestesia totale.
Infatti si inietta sotto controllo ecografico sul tumore azoto liquido a -190 gradi tramite un ago collegato ad una apparecchiatura fino a farlo necrotizzare. Ciò richiede pochi minuti di intervento e il paziente ha una leggera anestesia locale o una leggera sedazione e dopo due o tre giorni viene dimesso dal’ospedale.
Viene utilizzato quando il paziente non può essere operato o sottoposto ad anestesia totale,specie se ha un grave tumore al seno o al rene.
Ancora la crioablazione è poco usata perché sono necessarie tecnologie avanzate e una equipe di specialisti nella sua applicazione.