di Laura Vargiu
Buggerru: piccolo centro lungo la costa sud-occidentale della Sardegna nato con e per la miniera nel corso della seconda metà dell’Ottocento.
In prossimità del porto, il monumento realizzato dal famoso scultore isolano Pinuccio Sciola e la targa posta a ricordo dell’eccidio del 1904 rievocano la storia mineraria del paese che un tempo vantava dimensioni e atmosfere di piccola città legate proprio all’attività estrattiva, fiorente come nel resto dell’area del Sulcis-Iglesiente.
A cinquanta metri sul livello del mare, appena al di sopra del centro abitato, la Galleria Henry accoglie i visitatori interessati a conoscere meglio il mondo delle miniere e la storia del territorio. Essa è la più importante tra le strutture della miniera di Planu Sartu, straordinariamente ricca di giacimenti di calamina (un concentrato di silicati e carbonati di zinco).
Scavata nel 1865 per consentire il trasporto del materiale fino alle laverie del paese, dove veniva impiegato un elevato numero di donne e bambini, la galleria deve il proprio nome presumibilmente al progettista. All’epoca essa apparve subito un’opera imponente addirittura a livello nazionale. Ancora più imponente divenne nel 1892, quando il ricorso alle locomotive a vapore mandò definitivamente in pensione il durissimo lavoro di uomini e muli utilizzato fino ad allora. Ancora oggi all’interno, alla luce delle torce, è visibile la scia scura lasciata sulla roccia dal fumo dei convogli ferroviari alimentati a carbone.
Da diversi anni, per le visite guidate, è stato “riesumato” un caratteristico trenino che riscuote grande successo fra i turisti. Il percorso su rotaie parte dall’imbocco della galleria, dove si viene accolti dal tipico odore della terra umida di miniera, e prosegue per circa un chilometro, sbucando infine in un grande spiazzo all’aperto: il panorama, di indiscussa ed emozionante bellezza, è dato dall’alta falesia a strapiombo su quel mare in cui in passato ormeggiavano le bilancelle, barconi a vela che trasportavano il minerale a Carloforte, sull’Isola di San Pietro, dove restava in attesa delle grandi navi con le quali sarebbe poi partito alla volta del Nord Europa.
La vista suggestiva della costa continua attraverso i camminamenti esterni scolpiti nella roccia e le piccole gallerie che si percorrono a piedi fino a raggiungere di nuovo il tracciato della galleria principale (soltanto all’andata è previsto l’uso del trenino, regolarmente igienizzato in questi tempi di pandemia).
La miniera cessò l’attività nel secondo dopoguerra a causa dei costi divenuti insostenibili e la Galleria Henry ne seguì le sorti. Il declino fu pertanto inevitabile per Buggerru che, dagli anni Cinquanta, ha conosciuto un inesorabile e costante spopolamento.
Le caratteristiche originali del sito sono state oggetto, in passato, di un progetto di recupero a fini turistici e culturali e, a distanza di anni, esso continua a rappresentare un'opera di altissimo interesse culturale, minerario e paesaggistico al tempo stesso, una grande attrattiva di archeologia industriale per il piccolo paese dell’Iglesiente. In precedenza in mano alla società Igea, la cui crisi la costrinse purtroppo a un periodo di chiusura al pubblico, la Galleria Henry viene attualmente gestita dal Comune di Buggerru e continua a rientrare a pieno titolo tra i siti del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, istituito nel 2001. Numerosissimi i turisti che finora l’hanno visitata, sebbene la crisi (economica prima e sanitaria da Covid-19 dopo) sia riuscita ad addentrarsi anche tra le vecchie gallerie di miniera e i percorsi paesaggistici su cui punta lo sviluppo attuale di un intero territorio in bilico tra passato e futuro.
Sul sito https://www.visitbuggerru.it/ è possibile conoscere tariffe e orari di visita, nonché prenotare visionando il calendario completo.
(Foto di Laura Vargiu)