Intervista di Silvia Giampà
Ciao Alessio. Benvenuto e grazie per la tua disponibilità. Sei il nipote del poeta parmigiano Attilio e ti sei laureato con una tesi dal titolo ‘La poesia di Attilio Zanichelli-Inediti postumi del poeta parmense’.
Cosa significa oggi leggere e scrivere poesia?
Buongiorno e grazie Silvia per l’ospitalità.
Ho dedicato molto tempo allo studio della poesia, senza veramente scriverne, ma guardandola come un oggetto di studio appunto, imparando però a unire il momento teoretico con quello della ricerca concreta dentro l’officina del caso particolare, come ad esempio fu quello di mio nonno.
La poesia a mio avviso deve essere più letta che scritta e affermo questo a prescindere dalla mia esperienza personale. Dapprima, si deve entrare nel mondo della poesia, riconoscerne le leggi che la differenziano, ad esempio, dalla prosa; quanto alla scrittura, si tratta di un’ultima tappa di un viaggio (o processo di maturazione) attraverso lo scandaglio di molti e vari materiali espressivi. È pertanto imprescindibile la frequentazione della parola degli altri poeti, intendendo quindi soprattutto la lettura come luogo di crescita e confronto, per nulla isolato dal mondo, anzi…
La parola va ruminata, masticata e digerita: letta con gli occhi, ma portata alle labbra e scambiata con altri esseri ruminanti per mezzo della voce. È un po’ quell’azione del leggere in senso lato che veniva praticata fisiologicamente e spiritualmente nella comunità di Ugo di San Vittore, raccontata benissimo da Ivan Illich nel suo libro “Nella vigna del testo”.
A mio avviso, la scrittura non può che essere sostenuta da una pratica assidua di lettura, preferibilmente a partire dai classici. La poesia chiede senza dubbio tanto dal suo lettore e spesso dà poco, e in modo tutt’altro che dolce, ma quando concede i suoi rari favori regala momenti indimenticabili. Per ricordare Attilio Zanichelli, che abbiamo prima menzionato, posso riportare alcuni suoi versi tratti da una prima variante di una poesia tratta da “Orsa minore” e che fu poi ripresa con alcune modifiche in “Una cosa sublime” (entrambe opere edite per Einaudi, ’80, ’82):
“”Ah dolce poesia come sei dura a venire,
eppure ti adoro! Spremo il salice a gridare
che, se la luce lo coglie, quasi è un verbo
dentro e mi farà parlare!””
Leggere e scrivere oggi richiede tempo per sé stessi, ma indirettamente la parola germoglia e moltiplica il fattore tempo attraverso le sue trame di senso. La poesia possiede inoltre un’ottima proprietà farmacopeica e preventiva sull’organismo del linguaggio umano, in quanto lo tocca proprio attraverso il lavoro di vaglio e scelta delle parole giuste, al fine di riscoprire le potenzialità dello strumento linguistico che permea in modo vivo una comunità di parlanti.
Tu collabori, insieme a Emanuela Rizzo, all’iniziativa “io sto a casa e questa sera vi leggo una poesia”, un progetto nato l’anno scorso durante il lockdown e che è diventato un quotidiano incontro con la poesia. Raccontaci questa esperienza…
Sappiamo che la poesia non vende oggi, ma è molto semplice capirne il motivo: la poesia rifugge dalla monetizzazione e non si piega alle esigenze di una società di consumi o bisogni da soddisfare economicamente e in tempi immediati. Il lockdown ha congelato il quotidiano di tutti e sospeso molte attività di ordinaria temporalità. Per questo motivo in un momento in cui il tempo sembrava come sospeso, Emanuela ha avuto la brillante idea e lo spirito lungimirante di coinvolgere lettori o curiosi e proporre la condivisione di testi, propri o di altri autori, in una modalità molto bella. Assieme a Emanuela hanno collaborato anche Daniela Tateo e Roberta Clemente, quest’ultima giovanissima studentessa di psicologia. Attualmente collaboriamo io, Luca Ariano e Rita D’Annunzio.
Una iniziativa di tale generosità potrà sempre contare sul mio entusiasmo. Inoltre, abbiamo organizzato incontri in tempo reale, le “Stanze della poesia”! Incontri e letture di gruppo che ho avuto l’onore di condurre spesso io stesso, e in cui abbiamo spaziato per singoli temi, autori o questioni letterarie.
Usare il proprio tempo libero per fare tutto questo è davvero riscoprire il valore del tempo stesso, e magari di quello perso; la natura delle scelte che facciamo per l’impiego delle energie è determinante oggi per riscoprire la bellezza in modo disinteressato.
Alessio Zanichelli e Emanuela Rizzo
al Castello della Musica di Noceto
durante un evento culturale organizzato da Maria Caruso-Benecchi
Adesso la vostra pagina Facebook collaborerà con Langhirano News, una web TV parmense. Ci vuoi dire qualcosa al riguardo?
L’evoluzione della pagina di Emanuela ha incontrato importanti sinergie durante il percorso di crescita. La recente collaborazione con la web-tv di Langhirano News sposa il principio della condivisione delle risorse in vista di offrire all’occhio e all’orecchio idee di qualità e nuove espressioni della bellezza. Del resto, la realtà di Langhirano News ha dimostrato egregiamente quanto la collaborazione nata per il gusto dell’esperienza originale in periodo di pandemia possa dare seriamente un contributo interessante a tutti gli ascoltatori e lettori.
Tra l’altro la lettura ad alta voce promossa dall’iniziativa è spesso erroneamente contrapposta a quella silenziosa; questa finta opposizione soffre ancora di un certo pudore nel saggiare la parola con la propria voce, mettendosi in gioco, senza inutili arrivismi o dimostrazioni performative, scendendo da presunti saperi accademici, o circuitazioni asfittiche. Poiché la poesia parla e parlerà sempre a tutti e in modi sempre interessanti e stimolanti. Allo stesso modo, l’informazione di una web-tv deve a mio avviso essere accessibile a tutti nel modo più efficace e utile possibile.
Ringrazio Alessio Zanichelli per questa intervista!