di Chiara Taormina
L’arte ha molti modi di espressione e nelle sue peculiarità, spesso, lega le varie discipline in un connubio indissolubile.
Per esempio la pittura e la poesia hanno dei modi similari di esternare il profondo impulso che dà origine all’opera.
L’intuizione di un attimo imprime su due diversi supporti materiali, con differenti modalità o tecniche, i contenuti dell’essenza intima dell’artista.
Tela o pagina riportano la testimonianza del perfetto accordo tra sentimento e volontà umana, che si concreta nell’esecuzione non rigidamente imposta dal segno della mano.
Caso e minima volontà esecutiva offrono al mondo opere sinceramente eseguite, sentendo il moto interiore che induce l’artista a sporcare il suo sostegno con la passione delle sue pulsioni.
Il ragionamento, il calcolo, sono estranei alla riuscita dell’opera come trionfo delle emozioni.
Pittura: la pittura esprime un messaggio immediato, i colori con la loro forza esternano la diversità delle cose. Nella casualità dell’incontro con il supporto è racchiuso il segreto per ottenere, tramite la forza di gravità, la più spontanea espressione artistica.
La mano è diretta dalla volontà umana, il pennello che la mano regge percorre dei tragitti che vengono decisi dall’intelletto. L’artista in questo caso, tracciando delle linee stabilite, decide consciamente e forzatamente il contenuto della sua opera. Quando invece la tecnica si fonde alla casualità (tecnica del drippling), l’effetto è dirompente in quanto il supporto non solo vive, animato dall’emotività dell’artista, ma soprattutto entra a far parte del circuito naturale delle cose.
Poesia: la poesia contemporanea è fatta di parole che spesso non seguono uno schema metrico. Le parole non sono altro che dei segni grafici a cui l’artista attribuisce determinati significati. Nella pittura l’incontro del colore con il supporto può essere casuale, ma è possibile che il poeta possa non scegliere accuratamente le parole della sua opera?
Una scelta tra due parole comporta una riflessione sulla differenza di significati che può dare diverse direzioni al senso ultimo di un verso.
Ma il poeta è colui che non pensa al termine più aulico o più colto per esprimere i suoi sentimenti, il suo dolore, la sua rabbia.
Il poeta è mosso dalla casualità degli eventi, la mano viene mossa sul foglio, non dall’intelletto, ma dal moto interiore che prende il sopravvento.
L’incontro con la pagina è un momento sublime di non ragionamento, di libera espressione interiore.
La poesia non è solo un processo estetico di abbellimento della realtà attraverso le parole, ma contenuto reale che l’artista vive sulla sua pelle e rompendo ogni schema precostituito, lo grida al mondo con tutta la forza della verità. Poiché la poesia è verità, il poeta non può fingere di assecondare l’estetica dei versi.
La parola appartiene alla vita
il silenzio alla morte
Nel mezzo
la poesia
Chiara Taormina
Nella foto di copertina: Pollock