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Il catalogo d’arte CAM, edito da Mondadori, è una delle pubblicazioni più prestigiose nel panorama artistico italiano e il numero 60 ha un’importanza particolare, poiché raccoglie una selezione delle opere di artisti contemporanei che si sono distinti duranti gli anni.

Roberto Mendicino è stato incluso nella sezione “Artisti italiani dal primo Novecento ad oggi”, che raccoglie tutti coloro che hanno segnato la storia dell’arte moderna e contemporanea; essere pubblicato per la quarta volta in una raccolta così prestigiosa, significa che le opere di Mendicino sono ormai riconosciute per il loro valore artistico e culturale.

I dipinti scelti e pubblicati sul catalogo sono due: “Adelina e Guendalina Bla Bla” e “Il vestito di Arlecchino”, due esempi significativi del suo stile, che unisce la tradizione pittorica con una lettura contemporanea e un forte senso di critica sociale.

Nella prima opera citata, come molti dei suoi lavori, unisce una forte espressività emotiva a una tecnica raffinata.

L’artista, noto per il suo stile distintivo e l’abilità nell’uso del colore e della forma, crea in quest’opera un contrasto tra il tradizionale e il moderno, esplorando temi complessi attraverso una narrazione visiva che sfida l’osservatore a riflettere.

La scelta del titolo “Adelina e Guendalina Bla Bla”, non è altro che un dialogo tra due figure, con una sottile critica alla superficialità o alla vacuità delle conversazioni quotidiane, un tema che risuona molto nella realtà contemporanea. Mendicino vuole esplorare l’interazione tra la persona e l’immagine, attraverso l’uso di tonalità forti e segni decisi che rappresentano una riflessione sull’identità e sulla comunicazione.

 

 

L’uso dell’olio su tela dona profondità e permette all’artista di giocare con le luci e le ombre in modo tale che l’osservatore si senta coinvolto emotivamente. La composizione sembra sfuggire dalle convenzioni tradizionali, mescolando realismo e astrazione e creando un dinamico dialogo tra le due figure. La tecnica pittorica e il linguaggio visivo di Mendicino sono fortemente incentrati sul dialogo con lo spettatore, invitandolo a decodificare il messaggio dell’opera.

Questo non è solo un dipinto ma una riflessione sulla comunicazione e sul senso di connessione nell’era moderna, in cui le parole sono diventate vuote, ripetitive e prive di contenuto, nonostante la nostra continua ricerca di connessione.

Questa lettura non è altro che il punto di partenza per una critica che esplora l’equilibrio tra il linguaggio visivo e quello verbale, il dinamismo tra i soggetti e l’intricato uso dei colori. Mendicino, con la sua maestria, crea un’opera che va oltre l’apparenza e invita lo spettatore a riflettere più a fondo sulla propria relazione con il mondo contemporaneo e le sue dinamiche comunicative.

Il dipinto Il vestito di Arlecchino, realizzato sempre con la tecnica dell'olio su tela, è un’opera che gioca invece con l'iconografia tradizionale del famoso personaggio della Commedia dell'Arte. Arlecchino è noto per il suo costume caratteristico, composto da vari rombi colorati, ma Mendicino vuole reinterpretare questo simbolo di vivacità e umorismo in una chiave più profonda e riflessiva.

Nell’opera, l’artista vuole andare oltre la semplice raffigurazione di un costume allegro e giovanile. Il vestito, pur mantenendo la sua composizione geometrica tipica, è visto come un simbolo di disgregazione e frammentazione della figura umana, un gioco di opposizioni tra caos e ordine.

 

 

L'uso dell’olio su tela consente anche in questo caso a Mendicino di lavorare su sfumature e dettagli che enfatizzano la complessità emotiva del personaggio, evidenziando la solitudine e l’alienazione dietro la maschera del buffone.

Anche in questo caso il contrasto tra colori vivaci e la tecnica realistica suggerisce una critica al modo in cui il personaggio di Arlecchino viene spesso ridotto a una figura di intrattenimento superficiale, mentre, come tutti i "comici", porta dentro di sé un paradosso di tristezza e riflessione. Mendicino vuole sottolineare questo aspetto, rendendo il vestito stesso un simbolo di ciò che l'uomo nasconde dietro la maschera.

In conclusione, il dipinto è una riflessione sulla dualità dell'identità, sull'illusione di un’apparenza felice che maschera la verità sottostante. Un'opera che invita lo spettatore a guardare oltre il colore e la forma per cogliere una realtà più complessa, fatta di emozioni nascoste e contraddizioni.

 

nella foto l'artista Roberto Mendicino

 

 

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