Letizia Brugnoli: l’ampia gamma di colori dell’album “Crystal Flower”
di Stefano Dentice
Esprimere i propri sentimenti, i diversi stati d’animo in musica, attraverso l’utilizzo di una tavolozza dai colori cangianti. Il tutto nel segno di un’apprezzabile poliedricità stilistica.
Questo è il fil rouge di Crystal Flower, il nuovo disco dell’elegante cantante jazz Letizia Brugnoli, un album pubblicato dall’etichetta Irma Records. Dodici i brani presenti nel CD, tutti autografati dalla Brugnoli, autrice dei testi, e dal pianista Roberto Sansuini, autore delle musiche.
Al fianco della jazz singer figurano otto musicisti di talento: Emiliano Vernizzi (sax soprano e sax tenore), Chicco Montisano (sax alto), Luca Savazzi (pianoforte, piano elettrico, organo Hammond e synth), Claudio Tuma (chitarra), Mirco Reggiani (basso), Giacomo Marzi (contrabbasso), Paolo Mozzoni (batteria) e Marquinho Baboo (percussioni).
Le tensive architetture armoniche cesellate da Savazzi in Crystal Flower, brano eponimo, catturano l’attenzione fin dalle prime misure. Letizia Brugnoli interpreta il brano con raffinatezza, risultando interessante dal punto di vista timbrico soprattutto nel registro medio-basso. Il discorso improvvisativo di Luca Savazzi (al piano elettrico) è fluido, godibile, specie per alcune buone intuizioni armoniche e ritmiche. Il mood di Nostalgiazz è assai accattivante, specialmente per il riff iniziale.
L’improvvisazione di Tuma è intrisa di sincera musicalità. Efficace lo scat della cantante. Shadows è una fascinosa canzone dalle forti tinte soul, R&B, in cui il groove è ben scandito dal tandem Reggiani-Mozzoni. Il delizioso swing di Koka mette l'argento vivo addosso.
Il solo di Emiliano Vernizzi (al sax tenore) convince appieno per la bellezza del suo suono, per la ricchezza del fraseggio, anche quando raddoppia, e per le intriganti sfumature timbriche. Crystal Flower è un lavoro discografico fruibile, che si contraddistingue per l’eclettismo stilistico di Letizia Brugnoli e dei suoi validi compagni di viaggio.
Un album principalmente in solco jazz, pop-jazz e latin jazz di matrice brasiliana in cui non esistono arzigogoli o virtuosismi autocelebrativi, bensì concepito al servizio della musica con naturalezza ed essenzialità, dove la cantante e i suoi partner descrivono le proprie sensazioni con finezza interpretativa.
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