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di  Massimo Reina

Diciamolo subito, senza giri di parole: il Carnevale di Melilli è una delle meraviglie meno pubblicizzate d’Italia. E per una volta, forse, meglio così. Perché chi lo scopre per caso, chi ci finisce dentro senza aspettarselo, chi si trova in mezzo a quei vicoli stretti mentre avanzano carri alti come palazzi, resta a bocca aperta come un bambino davanti a un libro pop-up che si spalanca all’improvviso.

Sì, perché Melilli non ha bisogno di gigantismi alla Viareggio o di palcoscenici globali come Rio de Janeiro. Melilli fa di meglio: prende il poco spazio che ha e lo trasforma in qualcosa di unico. Una magia da prestigiatori, un colpo di genio da ingegneri e artisti, un’arte raffinata che è insieme spettacolo, ingegno e tradizione.

I vicoli stretti e i carri giganti: la sfida perfetta

Venezia ha le sue maschere, Viareggio i suoi carri mastodontici, Acireale i suoi gruppi in maschera con i costumi sgargianti e i carri infiorati. E poi c’è Melilli, che ha trovato un altro modo per rendere indimenticabile questa festa.

Perché qui non si punta sulla grandezza assoluta, ma sulla sorpresa. Più che un Carnevale, un colpo di teatro. Melilli è un borgo siciliano pieno di fascino, di storia, di vicoli stretti come le scappatoie di un labirinto. E proprio qui arriva il colpo di genio. Perché i maestri carristi di Melilli non si sono fatti spaventare dagli spazi angusti: li hanno trasformati in una caratteristica unica.

Niente sfilate chilometriche lungo viali spaziosi. Qui i carri devono anche attraversare strade così strette, nel centro storico, che a malapena ci passano. Quindi, la soluzione? Progettarli come dei veri e propri libri pop-up.

All’inizio sembrano “piccoli”, compatti, quasi discreti. Poi arrivano in Piazza San Sebastiano e accade la magia: i carri si aprono, si espandono, si trasformano in opere d’arte gigantesche. Pannelli che si dispiegano, figure che emergono, movimenti meccanici, luci, colori. Uno spettacolo inaspettato, un colpo di scena perfetto.

 

 

Il pubblico si trova davanti a un carro che, pochi metri prima, sembrava di dimensioni contenute, e ora invece si staglia nel cielo come una cattedrale barocca. La magia del Carnevale di Melilli è qui: nel contrasto tra la ristrettezza dei vicoli e l’esplosione di meraviglia nella piazza.

Arte, Tecnica, Amicizia: il cuore del Carnevale

Ma il Carnevale di Melilli non è solo scenografia. È anche sudore, fatica, passione, amicizia. Dietro ogni carro ci sono mesi di lavoro nei capannoni messi a disposizione gratuitamente dall’amministrazione. Qui si lavora fianco a fianco, artisti, elettricisti, meccanici, scenografi, costumisti, saldatori, pittori.

 

 

Si dipinge, si monta, si progetta, si calcolano millimetri e angoli di apertura con precisione chirurgica. Perché a Melilli un carro non può permettersi di essere semplicemente grande e bello: deve essere ingegneristicamente perfetto. Ogni centimetro conta, ogni apertura deve funzionare come un orologio svizzero.

Ma soprattutto, si ride, si scherza, si mangia insieme. Perché il Carnevale non è solo uno spettacolo, è una famiglia. Qui non si lavora in compagnia, si lavora in amicizia. Si condivide il tempo libero, si cementano rapporti, si porta avanti una tradizione che da quasi settant’anni è il vero orgoglio del paese.

E poi c’è l’ossessione per il dettaglio. Le pitture, le sfumature, le decorazioni vengono curate perfino nei punti che nessuno vedrà mai. Perché? Perché è così che si riconosce un vero artista: non fa le cose per essere visto, le fa perché è giusto farle bene.

Ogni carro è un’opera d’arte a tutto tondo. Anche gli angoli nascosti, anche le parti che resteranno dietro le quinte, hanno la stessa attenzione, la stessa dedizione. Perché il Carnevale di Melilli non si limita a stupire: vuole essere perfetto.

Il Carnevale di Melilli è un orgoglio da difendere

E allora sì, il Carnevale di Melilli è il più stretto d’Italia, ma anche uno dei più grandi al mondo. Non per dimensioni, ma per ingegno, per bellezza, per tecnica, per capacità di unire le persone e trasformare ogni vicolo in un palcoscenico.

 

 

Chi ci va una volta, ci torna. E chi ci lavora, lo fa con il cuore. Perché questo Carnevale non è solo uno spettacolo da guardare. È qualcosa che si vive, che si costruisce insieme, che lascia un segno nel cuore di chiunque lo incontri.

E scusate se è poco.

 

 

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Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
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