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di  Massimo Reina

C’è una frase di William Shakespeare che da sola basterebbe a spiegare tutto: "Fragile come un fiore, resistente come una roccia". Se c’è qualcosa che la storia ha insegnato, è che la donna non è mai stata solo musa, madre, compagna, ma anche pietra angolare di ogni società, ogni cultura, ogni rivoluzione.

È lei che ha dato il primo vagito al mondo e lo ha portato sulle spalle quando tutto sembrava sgretolarsi. Eppure, per secoli, la sua voce è stata ridotta a un sussurro, la sua forza nascosta dietro il paravento della presunta fragilità. E se oggi celebriamo l’8 marzo, non è perché c’è ancora qualcosa da festeggiare, ma perché c’è ancora troppo da ricordare.

A petra è fimmina (la pietra è donna)

La donna è stata l’anima di ogni resistenza. Lo diceva Simone de Beauvoir: "Non si nasce donne, si diventa". E a diventarlo, spesso, si paga un prezzo. È stato così per le lavoratrici di New York che nel 1908 si ribellarono alle condizioni disumane nelle fabbriche tessili e furono bruciate vive nel rogo che ispirò la Giornata Internazionale della Donna. È stato così per ogni madre che ha dovuto combattere per far studiare i propri figli, per ogni intellettuale che ha sfidato le censure, per ogni voce libera soffocata dall’arroganza del potere.

In questo contesto, la Pirrera Sant’Antonio – Cava del Barocco di Melilli si trasforma in un simbolo: luogo di memoria scavato nella roccia, testimone silenzioso di un passato duro, aspro, ma mai arreso. È qui che, sabato 8 e domenica 9 marzo, la storia incontra la celebrazione, con un’iniziativa che omaggia la donna offrendo a tutte le visitatrici un ingresso gratuito e una visita guidata speciale.

La Pirrera come metafora della donna

La Pirrera, cava di pietra arenaria che ha segnato la storia di Melilli e delle sue genti, diventa metafora perfetta di ciò che la donna rappresenta: forte, resistente, capace di plasmare il mondo con il proprio sacrificio, la propria intelligenza, la propria capacità di creare e di trasformare. La roccia non cede, affronta il tempo e le intemperie, eppure è proprio questa sua tenacia a modellare il paesaggio. Così la donna: non si limita a resistere, ma trasforma le difficoltà in occasioni, lasciando un'impronta indelebile.

Forza primordiale, resistente e creativa

Perché non esiste bellezza senza fatica, non esiste luce senza lotta. E se oggi il giallo della mimosa riempie le strade, è anche per ricordarci che dietro quel colore brillante si nasconde il sangue versato da chi ha dovuto conquistarsi ogni diritto.

L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Pino Valenti, non è solo un’occasione per visitare un luogo straordinario tra storia e natura, ma un invito alla riflessione, alla riscoperta di un’identità collettiva che senza la donna sarebbe orfana della sua stessa essenza.

Le prenotazioni sono aperte su www.vivaticket.com, mentre per informazioni si può contattare il numero 350 1266456 o scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

E non finisce qui: per tutto il mese di marzo, ogni domenica la Pirrera ospiterà eventi dedicati alla cultura, alla storia, all’arte. Perché la memoria, come la pietra, resiste solo se qualcuno si prende la briga di scolpirla.

 

 

 

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Info Autore
Massimo Reina
Author: Massimo Reina
Biografia:
Giornalista, scrittore e Social Media Editor, è stata una delle firme storiche di Multiplayer.it, ma in vent’anni di attività ha anche diretto il settimanale Il Ponte e scritto per diversi siti, quotidiani e periodici di videogiochi, cinema, società, viaggi e politica. Tra questi Microsoft Italia Tecnologia, Game Arena, Spaziogames, PlayStation Magazine, Kijiji, Movieplayer.it, ANSA, Sportitalia, TuttoJuve e Il Fatto Quotidiano. Adesso che ha la barba più bianca, ascolta e racconta storie, qualche volta lo fa con le parole, altre volte con i video. Collabora con il quotidiano siriano Syria News e il sito BianconeraNews, scrive per alcune testate indipendenti come La Voce agli italiani, e fa parte, tra le altre cose, dell'International Federation of Journalist e di Giornalisti Senza Frontiere. Con quest’ultimo editor internazionale è spesso impegnato in scenari di guerra come inviato, ed ha curato negli ultimi 10 anni una serie di reportage sui conflitti in corso in Siria, Libia, Libano, Iraq e Gaza.
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