di Monica Vendrame
In piena crisi di governo è arrivata la proposta di Silvio Berlusconi di aumentare le pensioni minime a 1000 euro.
Sarà davvero possibile? Vediamo insieme i dettagli.
Occorre precisare che il Leader di Forza Italia aveva già realizzato questa proposta nel 2001, portando l’importo delle pensioni minime a 1.000.000 delle vecchie lire: il beneficiario doveva avere più di 70 anni di età e non doveva disporre di un reddito personale, escluso l’eventuale reddito derivante dall’abitazione, superiore a 6.713,98 euro (13 milioni di lire).
Allora ci fu un costo totale di 2 miliardi di euro per le casse dell’Erario, ma oggi le cose potrebbero essere ben diverse e i costi sarebbero decisamente maggiori.
Come spiega Money.it , la platea dei beneficiari, che nel 2001 prendeva una pensione al di sotto di 1 milione delle vecchie lire, erano di soli 1,8 milioni di persone. Ad oggi, invece, coloro che prendono la pensione sotto la soglia dei 1000 euro sono ben 5,3 milioni di pensionati.
Coi conti alla mano, sempre come spiega il sito sopra citato, ad oggi, per poter alzare le pensioni minime a 1000 euro, servirebbe un esborso incredibile di soldi. Infatti, se Berlusconi dovesse ripetere l’esperimento che fece nel 2001, aumentando non solo le pensioni ma anche i trattamenti assistenziali, quindi anche le pensioni d’invalidità e l’assegno sociale, lo Stato dovrebbe sborsare la bellezza di quasi 20miliardi di euro.
Sono ovviamente stime ma non è difficile capire che si avvicinano di molto alla realtà.
Dunque, questo aumento delle pensioni a 1000 euro per il 2023 farebbe comodo a ben 6 milioni di pensionati italiani, ma coi conti alla mano sarebbe difficilissimo da realizzare per le casse dell’Erario.
Voi cosa ne pensate?
Ultime notizie
Ormai è certo che le pensioni aumenteranno dal mese di settembre. Secondo le ultime stime si parla di un aumento del 2% dovuto alla rivalutazione inflazionistica, anche se sembrano valutazioni abbastanza pessimistiche in quanto gli aumenti potrebbe addirittura raggiungere il 7%.
La rivalutazione delle pensioni, data la particolare situazione per la crescita dei prezzi e dell’inflazione, era prevista inizialmente per il mese di gennaio 2023, ma si è voluto andare incontro ai pensionati, risultati tra le fasce più colpite dalla crisi economica.
Gli incrementi saranno finanziati dal nuovo decreto Aiuti bis. Precisiamo che questa rivalutazione non andrà ad applicarsi su tutti i trattamenti pensionistici, ma solo su quelli che hanno un importo inferiore a 4 volte il trattamento minimo previsto, che ammonta alla soglia di 515, 58 euro mensili.
Per le pensioni che hanno un importo più elevato sarà applicato un tasso di rivalutazione di tipo parziale.
Se le pensioni aumenteranno del 2%, secondo quanto previsto dai dati ISTAT, se si ipotizza di avere una pensione di 1000 euro mensili, tale importo aumenterà di 20 euro al mese.