di Paolo Russo
"Con l'invio di armi in Ucraina anche noi in guerra, meglio non fare pubblicità. No ad aggressione contro la Russia!" Così Silvio Berlusconi a Napoli oggi ha ribadito la sua linea che nei contenuti è assolutamente in contrapposizione con quella del governo.
"Bisogna portare Putin al tavolo delle trattative e non bisogna fare dichiarazioni che sento dire da Gran Bretagna, Nato ecc" e ancora Berlusconi: “io dico che inviare armi significa essere cobelligeranti, essere anche noi in guerra. Cerchiamo di far finire in fretta questa guerra. Se dovessimo inviare armi, sarebbe meglio non farne tanta pubblicità”. Una posizione chiara e inequivocabile che nasconde probabilmente il tentativo di contattare la maggior parte degli italiani che, secondo gli ultimi sondaggi, la guerra non la vogliono.
Parla a braccio Berlusconi, con la stessa carica di sempre, dicendosi preoccupato per le ricadute delle sanzioni sull'economia italiana. “Le sanzioni hanno fatto molto male all’economia sovietica, si prevede un calo del Pil addirittura del 14%, ma hanno fatto male anche a noi. Adesso il grande dubbio è sul gas, è una ipotesi sconvolgente perché ci porterebbe alla chiusura di centinaia di migliaia di aziende, alla perdita di 3 milioni di posti di lavoro, al dilagare della povertà in Italia e dovremmo andare in giro in inverno con il cappotto addosso in casa e una candela in mano. Non voglio nemmeno pensare che questo possa succedere”.
La linea del Presidente di Forza Italia non è piaciuta però ai falchi del partito che hanno dapprima smentito il loro leader e poi lo hanno attaccato. Gelmini per esempio in un comunicato sconfessa il suo leader "non riconosco più Berlusconi" dice la Gelmini "in Forza Italia siamo preoccupati di Salvini e non di essere in linea con la Nato" lasciando intendere una alleanza di intenti nascosta tra Berlusconi e Salvini che porterebbe a una crisi di governo.