di Maria Cristina Sabella
Oggi, mercoledì 5 Maggio 2021, presso la prefettura di Treviso si svolgerà una riunione con il prefetto e il comitato provinciale ordine pubblica, in merito alla rissa scoppiata domenica 2 maggio nel comune trevigiano.
In un tranquillo pomeriggio di una domenica soleggiata, intorno alle 15,30, all'improvviso, come un fulmine a ciel sereno, scoppia una lite nel pieno centro di Conegliano, in una piazza gremita di cittadini e giovani seduti ai tavolini dei bar.
Incominciano a volare sedie, tavoli, spranghe e mazze. Un regolamento di conti tra giovani sfociato in una cruenta rissa in Piazza Cima, davanti alla scalinata degli Alpini.
Coinvolti quattro ragazzi macedoni tra i 19 e i 25 anni, aggrediti da dieci ragazzi di origine balcanica.
Due i giovani feriti, di cui uno ricoverato in ospedale e l'altro curato sul posto.
Sono al vaglio degli inquirenti gli accertamenti e la visione delle telecamere per il riconoscimento dei ragazzi imputati e poi scatteranno immediatamente le denunce.
Sul web, i video girati con i cellulari, da chi assisteva alla rissa, sono diventati virali.
Molti sono fuggiti, inorriditi e impauriti.
I cittadini sconcertati da questo episodio e visibilmente scossi, preoccupati per le loro famiglie, per i bambini che erano a passeggio con i genitori, che hanno assistito allo scontro, chiedono che questi episodi non si verifichino più e che ci siano maggiori accortezze e controlli da parte della polizia .
Qualcuno dice che in 60 anni, a Conegliano, non aveva mai assistito a un avvenimento così cruento in pieno giorno e in pieno centro.
Qualcuno giustifica, come se si potesse giustificare questa violenza inaudita e queste tensioni, riconducendo il tutto a un malumore dovuto alle restrizioni COVID19, che ci rendono un po' uccelli in gabbia con le porte aperte.
Ma non si può assolutamente giustificare in nessun caso la violenza, così feroce.
A giorni si saprà anche la vera natura del contendere.
La preoccupazione resta forte nell'animo degli abitanti di Conegliano.
@Sabella Maria Cristina