Si indaga sull’attentato. Vittime innocenti e un sospetto con passato estremista
di Monica Vendrame
Una mattina di protesta pacifica si è trasformata in tragedia a Monaco di Baviera, dove un’auto grigia, una Mini Cooper, è piombata su un corteo di manifestanti, causando circa 30 feriti, tra cui bambini e persone in condizioni gravi. L’episodio, avvenuto intorno alle 10:30 del mattino, ha scosso la città e riacceso il dibattito sulla sicurezza pubblica e sulla gestione dei richiedenti asilo in Germania. Mentre le indagini sono ancora in corso, le autorità non escludono che si possa trattare di un attentato con motivazioni estremiste.
Tra i feriti, ci sono diverse persone in condizioni critiche, tra cui una donna e suo figlio, che sarebbero stati colpiti in pieno dall’auto. Secondo il quotidiano Bild, i due versano in condizioni gravissime e sono stati trasportati d’urgenza in ospedale. Purtroppo, non sono ancora stati resi noti i nomi delle vittime, ma si tratta di persone comuni, lavoratori del settore pubblico che partecipavano a uno sciopero per chiedere migliori condizioni salariali. Tra i feriti ci sarebbero anche bambini, un dettaglio che ha amplificato l’impatto emotivo dell’evento.
Il sindaco di Monaco, Dieter Reiter, ha espresso il suo sconcerto: "Sono profondamente scosso. I miei pensieri sono con i feriti, specialmente con i bambini che hanno subito questa violenza ingiustificata". Le sue parole riflettono il dolore di una comunità che si ritrova a fare i conti con un evento traumatico e imprevedibile.
Il conducente dell’auto, un afghano di 24 anni di nome Farhad N., è stato immediatamente arrestato dalla polizia. Già noto alle forze dell’ordine per reati legati al furto e agli stupefacenti, Farhad era un richiedente asilo la cui domanda era stata respinta dall’ufficio federale per l’immigrazione. Tuttavia, grazie a una pratica legale tedesca chiamata “tolleranza”, era rimasto nel paese in attesa di un eventuale rimpatrio.
Secondo il quotidiano Der Spiegel, Farhad avrebbe pubblicato post di stampo islamista sui social media prima dell’attacco, suggerendo un possibile movente estremista. Un portavoce della Procura Generale di Monaco ha confermato che ci sono “prove di uno sfondo estremista”, ma le indagini sono ancora in corso per chiarire ogni dettaglio. Markus Soeder, presidente della Baviera, ha dichiarato: "Si è trattato presumibilmente di un attentato", sottolineando la necessità di indagare a fondo sulle motivazioni dell’autore.
Il contesto: uno sciopero trasformato in tragedia
L’incidente è avvenuto durante uno sciopero organizzato dal sindacato Ver.Di, che rappresenta i dipendenti del settore pubblico. I manifestanti chiedevano un aumento salariale dell’8%, una richiesta legittima in un momento di inflazione e difficoltà economiche. Purtroppo, quello che avrebbe dovuto essere un giorno di protesta pacifica si è trasformato in una tragedia.
Secondo le prime ricostruzioni, Farhad sarebbe riuscito a superare un’auto della polizia posizionata alla fine del corteo, per poi accelerare e colpire intenzionalmente i manifestanti. Questo dettaglio ha portato molti a ipotizzare che l’atto sia stato premeditato, anche se al momento non ci sono conferme ufficiali.
Questo episodio arriva poche settimane dopo un altro tragico evento in Baviera, dove un rifugiato afghano ha accoltellato una scolaresca ad Aschaffenburg, uccidendo una bambina di due anni e un uomo di 61 anni. Questi eventi consecutivi hanno alimentato un clima di tensione e paura, sollevando interrogativi sulla gestione dei richiedenti asilo e sulla sicurezza pubblica.
Considerazioni finali
L’incidente di Monaco di Baviera è un dramma che colpisce non solo per la sua violenza, ma anche per il contesto in cui è avvenuto. Le vittime, persone comuni che chiedevano migliori condizioni di lavoro, sono state travolte da un atto che sembra essere stato compiuto con l’intento di seminare terrore. Questo ci ricorda quanto la sicurezza pubblica sia un bene fragile, che richiede vigilanza e cooperazione tra istituzioni e cittadini.
Allo stesso tempo, è importante evitare generalizzazioni. Mentre il profilo del conducente suggerisce un possibile movente estremista, è cruciale ricordare che la stragrande maggioranza dei richiedenti asilo e dei migranti sono persone in cerca di una vita migliore, lontane dalla violenza. La sfida per le società europee è trovare un equilibrio tra accoglienza e sicurezza, senza rinunciare ai valori di solidarietà e rispetto dei diritti umani.
Monaco di Baviera, una città simbolo di resilienza e cultura, saprà certamente trovare la forza per superare questo momento buio. Ma il tragico evento lascia una ferita profonda, che richiederà tempo, riflessione e azioni concrete per guarire.