di Giovanni Macrì
La vittima era un brigadiere dei carabinieri addetto al servizio scorte del tribunale di Palermo, il 52enne Franco Aiello, morto dopo essere stato morso da un ragno violino.
Domenica scorsa, infatti, dopo aver trascorso una giornata in campagna si è reso conto di avere la caviglia arrossata. Dopo alcuni giorni il ricovero all’ospedale Cervello, la situazione che precipita e il decesso, avvenuto venerdì.
La sera, infatti, una volta tornato a casa, si era accorto di uno strano arrossamento alla caviglia. Una condizione a cui inizialmente non aveva forse dato peso. Poi, in breve tempo, la situazione è precipitata. Mercoledì scorso la corsa al pronto soccorso dell’ospedale di Palermo, dove è stato immediatamente ricoverato a causa delle sue gravi condizioni.
Purtroppo, nonostante l’impegno dei medici, non è stato possibile fare nulla per salvargli la vita. Il brigadiere è morto nella notte fra venerdì 12 e sabato 13 luglio dopo un’agonia durata giorni. Secondo i medici non ci sono dubbi che il decesso sia da collegare alla puntura di un ragno.
I funerali saranno celebrati domani a Isola delle Femmine (Palermo). Le esequie si terranno nella chiesa alle 10 nella chiesa di Santa Maria delle Grazie alla presenza dei rappresentanti dell’arma e di tanti colleghi che hanno manifestato il loro dolore per una morte così assurda. Aiello, a dire dei suoi colleghi, era un uomo leale, per bene e amato da tantissimi.
Non si contano i messaggi di cordoglio espressi dagli amici e dai colleghi.
Loxosceles rufescens
Il "Loxosceles rufescens", comunemente detto “ragno violino” europeo, per via di una caratteristica macchia che richiama lo strumento musicale presente sul corpo, è un ragno originario dei paesi dell’area mediterranea ed è solo un parente dei ragni americani ben più famosi e pericolosi.
È un animaletto di dimensioni abbastanza piccole. Può raggiungere, infatti, le dimensioni di 7 mm (corpo del maschio) e di 9 mm (corpo della femmina) si presenta di colore marrone-giallastro con lunghe zampe, con addome uniforme e una macchia sul prosoma che può vagamente ricordare la forma di un violino, da cui il nome. A differenza della gran parte degli altri ragni, possiede 6 occhi invece che 8, disposti in modo caratteristico in tre coppie. Ha zampe allungate, sottili, e disposte appiattite lateralmente, che gli permettono di nascondersi in anfratti angusti e piccolissime fessure. Non costruisce ragnatele vistose ma generalmente si limita a tessere dei fili disordinati nelle zone che usa come nascondiglio. Si tratta di un animale prevalentemente notturno in quanto esce dalla tana solamente nelle ore buie per cacciare o, nel caso degli esemplari maschi, per andare alla ricerca di femmine.
È un animale tipico della fauna mediterranea, che in Italia è normalmente presente da sempre sia in natura, dove il clima risulta più favorevole, sia nelle abitazioni. Il ragno violino, in casa, può trovare riparo dietro a mobili, battiscopa, sotto scatole di cartone o anche all’interno di guanti, calzature e soprattutto tra la biancheria. Tra gli habitat dove vive il ragno violino ci sono sono anche solai, scantinati e bagni. Non è quindi una specie aliena come molti vogliono far credere. Stando le attuali conoscenze la sua presenza sul territorio non è in espansione e risulta inoltre documentata da oltre 100 anni. Essendo un ragno dall’aspetto abbastanza modesto però, di solito non desta particolare attenzione e non viene notato risultando quindi “nuovo” per chi lo incontra accidentalmente per la prima volta. Senza dubbio tra le specie di ragno italiane è una delle due con un veleno in grado di creare problemi di rilevanza medica. Questi però sopraggiungono solo in una piccola minoranza dei casi di morsicature, soprattutto in persone già debilitate o particolarmente sensibili alla tossina inoculata. Il suo veleno ha un’azione citotossica, agisce quindi disgregando i tessuti nei dintorni della zona colpita. Nella maggioranza dei casi il morso si risolve a livello cutaneo con un arrossamento dell’area interessata, ed eventualmente una piccola lesione cutanea che fatica a rimarginarsi. In casi più rari invece la lesione necrotica può diventare di dimensioni più importanti, necessitando così di cure specifiche, atte anche ad evitare infezioni successive.
Il ragno violino accompagna come un incubo le nostre estati, ma come avverte l’entomologo, Claudio Venturelli: “Non è un demonio. Anzi, è schivo e riservato. Non è vero che il ragno violino ti aspetti per morderti. Lo fa quando viene disturbato”.
Il suo morso è praticamente indolore nell’immediato e gli eventuali sintomi compaiono in 24/48 ore. Chi viene morso quindi, di solito non se ne accorge subito, a meno che non si veda chiaramente l'animale.
Nei casi più lievi, solitamente, accanto al dolore si manifestano sintomi analoghi a quelli indotti dai morsi o dalle punture di insetti o altri aracnidi. Fra tali sintomi, ricordiamo: irritazione, arrossamento, gonfiore, comparsa di eritemi, bruciore e formicolio e prurito.
Nei casi più gravi, fortunatamente non molto diffusi, invece, si possono manifestare sintomi ben più severi non solo nel sito in cui il ragno ha morso l'individuo, ma anche a livello sistemico. In questo caso, si parla più propriamente di “loxoscelismo”, una sindrome che si manifesta a livello cutaneo e sistemico indotta proprio dal veleno del ragno. I primi sintomi del loxoscelismo possono comparire già dopo 10-20 minuti dall'avvenuto morso.
Dopo qualche ora, in corrispondenza del sito in cui il ragno violino ha dato il morso, compare una vescicola circondata da un'area di cute livida o biancastra a sua volta circondata da un'area di cute eritematosa. Talvolta, la suddetta vescicola si rompe originando così un'ulcera, cui consegue la formazione di un'escara (lesione necrotica).
A livello sistemico, invece, il loxoscelismo si caratterizza per la comparsa di: febbre alta, nausea e vomito, brividi, mialgia e artralgia, mal di testa, emolisi e trombocitopenia.
Nei casi più gravi, inoltre, il loxoscelismo può portare alla comparsa di: aritmie cardiache, insufficienza renale, crisi ipertensive, confusione, perdita di coscienza, coma e morte.
In Italia i casi di morsi accertati sono poche unità l’anno e quelli con conseguenze gravi sono veramente rari.
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