di Giovanni Macrì
Il compito di un genitore è quello di creare un clima sereno ed equilibrato in cui far vivere la propria famiglia. Un clima di terrore e pericolo all'interno della casa, minano indubbiamente alla base l'autostima e l'identità stessa ... di tutti gli altri componenti.
Via De Amicis, Collegno, nel Torinese. Era la notte del 30 aprile 2020, quando al culmine di una ulteriore lite per difendere la propria madre, Maria Cotoia, rea secondo il marito di aver salutato con un sorriso un collega a lavoro, il giovane Alex, oggi ventiduenne, aveva ucciso il padre Giuseppe Pompa.
Ai carabinieri giunti sul luogo del misfatto aveva dichiarato: “L'ho fatto per difenderci! Ci avrebbe uccisi tutti!”.
Un clima di quotidiano incubo si viveva in quella famiglia. Tutti, a dir loro, terrorizzati dalle sfuriate violente di Giuseppe Pompa.
E proprio per difendere la madre, che per salvarsi dalla furia del marito si era chiusa in bagno, con ben 34 coltellate, servendosi di 6 coltelli uno dopo l’altro, poneva fine alla vita padre violento.
E 34 sono state troppe, così come le sei diverse armi bianche utilizzate... dirà la Corte di Assise di Torino che ha ritenuto ravvisabile la scriminante della legittima difesa... dichiarando: “di dovere affermare la responsabilità dell’imputato per omicidio volontario, non reputando ravvisabile, contrariamente al primo giudice e come sarà meglio chiarito nella sede di merito, un’ipotesi di legittima difesa reale o putativa. Quindi... determinando una pena proporzionata e calibrata sull’effettiva personalità del reo e sul suo grado di rimproverabilità... condanna a 6 anni, 2 mesi e 20 giorni!
Mentre nel 2021, alla conclusione del processo di I grado la sentenza era stata: “Ha agito per legittima difesa»
L’avvocato difensore Claudio Strata: “Siamo passati da un’assoluzione in primo grado a una condanna con richiesta di trasmissione degli atti per valutare le dichiarazioni rese da Loris e dalla signora Maria. Per il tribunale era testimoni affidabili, per questa Corte evidentemente no. Sono testimoni falsi. È un aspetto molto difficile da accettare».
Intanto il ragazzo cambia il cognome prendendo quello della madre... Cotoia, proprio per mettere un muro divisorio con il padre-mostro.
La dichiarazione della madre era stata: “Mio marito quel giorno era incontrollabile. Rabbioso più del solito. Io mi sono chiusa in bagno, così che non mi vedesse. Ce l’aveva con me. Ho pensato che se fossi stata fuori dal suo raggio d’azione, si sarebbe placato” – seguitando – “Ero in bagno. Quando poi ho aperto la porta e ho visto il corpo di Giuseppe, mi sono accovacciata. E non mi sono più mossa sino all’arrivo dei carabinieri!”.
Dopo la sentenza dell’altro ieri... “Mio figlio mi ha salvato la vita. Sarei stata l'ennesima donna ammazzata, io non sarei qua. Importa a qualcuno?”.
Il fratello Loris dichiara: "Alex va assolto per evitare casi come quello di Giulia!”.
Ma c’è di più. Le varie contraddizioni o i "non ricordo" della madre e del fratello Loris portano i due a venire indagati per falsa testimonianza. Le loro versioni, rese prima ai carabinieri e poi in aula, secondo i giudici, non sarebbero state "corrette".
“È incomprensibile!” - dice l'avvocato difensore Strata - “Entrambi furono interrogati la notte stessa del fatto. In primo grado erano stati considerati affidabili!”.
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