di Nivella Paronetto
MILANO - Francesco è stato preso a botte per aver difeso una ragazza dal suo fidanzato.
E’ successo intorno alle 20, mentre rientrava a casa dal lavoro. Stava camminando sul marciapiede e ha visto una coppia che litigava davanti a tanti passanti. Ad un certo punto l’uomo sferra un pugno alla sua fidanzata. Nessuno fa niente per lei, nessuno muove un dito. Francesco decide di intervenire allontanando l’aggressore e chiamando la polizia. L’uomo lo minaccia di chiamare i suoi amici dicendo che lo avrebbero steso per terra, gli dice che quella è la sua donna, che lui può farle quello che vuole.
La vittima dice a Francesco «Capisci che adesso il mio ragazzo va nei casini per colpa tua?» come se cercasse di difenderlo nonostante la violenza. «Le ho spiegato che la situazione era grave, che non potevo non difenderla dal suo fidanzato...», racconta Francesco.
Pochi minuti prima dell’arrivo della polizia 4 amici dell’uomo lo aggrediscono. Subisce un trauma cranico, la frattura del naso e di una costola.
Francesco la sera stessa scrive questo pensiero:
“Questo è il nostro Paese,
questo è il mondo in cui vivo.
Dove chi è indifferente vince e chi cerca di fare qualcosa viene distrutto.
Ma preferisco essere gettato a terra e rialzarmi piuttosto che essere chiuso nell’omertà e stare in silenzio“.
... e niente, per me Francesco ha vinto comunque.