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Dottor Emilio Alessio Loiacono

Diana seduta sul lettone, in mezzo ai palloncini rosa, con un’ampia gonna da principessa rosa, come il cerchietto con fiocco che ha sulla testa.

È l’unica immagine di Diana Pifferi, la bambina di 18 mesi morta di stenti, abbandonata per sei giorni passati nel lettino, dentro una casa vuota, un bilocale di 50 metri quadrati al primo piano di una casa di corte in via Parea, a Ponte Lambro, estrema periferia di Milano. La foto è su un manifesto posto su una coccarda funebre, attaccata al cancello di casa sua. Il manifesto riporta queste parole: “A soli 18 mesi è volata in cielo la piccola Diana Pifferi. Il giorno e l’ora dei funerali verranno comunicati in seguito”.

La Procura di Milano ha dato il nullaosta alla sepoltura della bimba, mentre il Comune di Milano si è offerto di pagare le spese per i funerali. La madre resta in carcere, accusata di omicidio volontario pluriaggravato nelle indagini coordinate dal pm Francesco De Tommasi. L’atto della Procura, dopo l’autopsia che si è svolta martedì, consente di fissare e celebrare le esequie.

Alessia Pifferi si trova in un’area protetta del carcere di San Vittore ed è guardata a vista per timore che possa suicidarsi. Rischia l'ergastolo. «Piange per la figlia ma è confusa, smarrita e non riesce a spiegarsi né a spiegare quello che è successo», dice l’avvocato Solange Marchignoli, che assiste la donna con l’avvocato Luca D’Auria. «Ci ha chiesto di poter andare al funerale della figlia, non rendendosi conto che non potrà partecipare».

Infine una delle notizie peggiori. Speravo che fosse morta il primo giorno, nel sonno. Invece no. Gli esami hanno confermato la sorte peggiore possibile: la piccola Diana è morta di stenti al quinto giorno di agonia, dopo un orrore in cui ha incredibilmente resistito con tenacia, da sola, imprigionata senza acqua e senza cibo, con temperature massime che sfioravano i 40 gradi. Se fosse riuscita a resistere poche ore in più, la "madre" sarebbe tornata in tempo ed ora sarebbe ancora viva. Ma per vivere quale vita con una belva del genere?

Diana, nata in un bagno, senza un pediatra, senza un padre, morta da sola, di fame e di sete. L'autopsia sembra confermare un altro fatto davvero tragico: per la fame la piccola aveva cercato di alimentarsi in qualche modo, anche con cuscino e lenzuola del lettino da campeggio dove dormiva. "Nello stomaco materiale compatibile con il cuscino"

Questa storia già non mi faceva dormire la notte, per la rabbia e la tristezza. Ora che posso vedere il suo viso ed immaginarla in quella situazione disgustosa, sarà ancora peggio.

Ogni altra parola è superflua.

Addio Diana.

 

Questa è la coccarda funebre affissa al cancello della casa di Diana, da cui è stata ottenuta l’unica foto che abbiamo di lei, quella con i palloncini rosa.
Il cancello di casa in via Parea ora è pieno di peluche e messaggi per la bimba. Sulla ringhiera qualcuno ha composto il suo nome con lettere bianche. Appeso anche un cuoricino con l’Ave Maria.
Il manifesto funebre riporta queste parole: “A soli 18 mesi è volata in cielo la piccola Diana Pifferi".

Oggi pomeriggio, alle 15, i funerali nella parrocchia di San Pietro e Paolo a San Giuliano Milanese.

(da: "Medicina OnLine")

 

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