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di Giovanni Macrì

Tragedia a Ravanusa (AG), anche se sarebbe meglio parlare di strage!

Esplode un metanodotto: al momento 7 morti, 2 sopravvissuti, crollo di otto palazzine tra via Trilussa e via delle Scuole, e più di 100 sfollati.

Ore 20:48 di sabato, una terribile deflagrazione ha sconquassato il centro del piccolo Comune dell’Agrigentino. Un’esplosione che è stata sentita anche nei paesi vicini.

Una tragedia forse annunciata dal forte odore di gas che i locali avvertivano da giorni, anche se ufficialmente nessun Ente o Autorità aveva ricevuto segnalazioni dai cittadini.

È proprio l’ingente perdita di gas nella rete di metano, poi accumulatasi nel sottosuolo come in un’enorme sacca, che ha causato l’esplosione provocando la strage di vite umane e il crollo di una palazzina di quattro piani, danneggiandone almeno altre sette e interessando un’area di circa diecimila metri quadrati. 

È bastata una qualsiasi scintilla o anche piccola fiammella per innescare. Comunque, al momento, è impossibile sbilanciarsi.

Cinque giorni prima della strage di Ravanusa c’era stato un intervento di manutenzione ordinaria sull’impianto della rete di metano che non aveva evidenziato alcuna criticità.

Fatto sta che l’esplosione c’è stata!

Un vero e proprio scenario di guerra si è presentato agli occhi dei soccorritori con macerie, vetri rotti, detriti e un acre odore di bruciato.

La fuga di gas si è interrotta solo poco prima delle 3.30, quando i tecnici dell’Italgas sono riusciti a isolare il tratto di rete coinvolto nell’esplosione.

Giuseppe Sortino, consigliere comunale di Ravanusa, dice: “Purtroppo non è la prima volta che si registrano fughe di gas, tamponate nel tempo con interventi di manutenzione da parte dei tecnici, ma se pensiamo che la rete del metano è stata realizzata quasi quarant’anni fa, considerato che Ravanusa è stato uno dei primi paesi ad avere il metano, credo che non ci sia stata una manutenzione adeguata!”.

Il colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dell’Arma dei Carabinieri ai microfoni: “Abbiamo aperto un fascicolo. Non appena avremo la certezza che non ci sono più persone sotto le macerie, procederemo con il sequestro dell’intera zona per approfondimenti più mirati!” - proseguendo - “Le attività investigative sono già iniziate sotto il coordinamento della procura di Agrigento. Si indaga per disastro e omicidio colposi, ma ancora non è del tutto chiaro cosa sia accaduto. Verosimilmente c’è stata una fuga di gas sotterranea, il metano si è raccolto in un unico punto, finché non è esploso. Cosa abbia innescato la deflagrazione, però, non è stato definito, per il momento.”

Giuseppe Merendino, comandante dei vigili del fuoco di Agrigento: “Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso. A innescare l’esplosione potrebbe essere stata anche l’attivazione dell’ascensore della palazzina di quattro piani crollata a seguito dello scoppio!”.

I nomi delle uniche due sopravvissute al momento: Rosa Carmina e Giuseppina Montana, entrambe estratte dalle macerie nella tarda serata di sabato dal tempestivo intervento dei Vigili del fuoco.

Ore e ore di duro lavoro, con la speranza di trovare ancora vita sotto una montagna di calcinacci, pezzi di cemento e tondini di ferro, per arrivare purtroppo ai corpi ormai esanimi delle povere vittime.
Centinaia di operatori, professionisti e anche cani molecolari per ritrovare ancora qualche superstite.

Giuseppe Carmina, Angelo Carmina, Carmela Scibetta, Pietro Carmina, Enza Zagarrio, Gioachina Calogera Minacori e Selene Pagliariello, l’infermiera incinta al nono mese che avrebbe dovuto partorire la settimana prossima.
Dispersi ancora, ma non vi è alcun segno di vita: Calogero Carmina e Giuseppe Carmina.

Il sindaco, Carmelo D’Angelo: “Si continua a cercare a oltranza. Siamo spinti dalla speranza di trovare i nostri sei concittadini ancora vivi. Abbiamo dalla nostra parte tutto il Paese e sono in campo le migliori risorse umane e tecnologiche. La speranza non si spegne!”.

Fabrizio Curcio, capo della Protezione Civile: “È stato un evento importante con una forte onda d’urto. Le operazioni di soccorso sono ancora in atto per cercare e soccorrere le persone e mettere in sicurezza l’area. Tutta la catena si è mossa per soccorrere la gente e ci siamo accordati per dare risposte. Ho avuto mandato dal presidente Draghi di informarlo puntualmente. Nessuno sarà lasciato solo. Dobbiamo fare di tutto per salvare vite e restituite alle famiglie i propri cari!”.

Incontrando i giornalisti, il governatore siciliano Nello Musumeci: “Questa sciagura colpisce tutta la comunità siciliana. Questa sciagura colpisce tutta la comunità siciliana. In casi come questi servono il silenzio e la preghiera. Una preghiera per chi ancora manca all'appello perché possa essere in vita. Ci sarà tempo per fare analisi e considerazioni!”.

Tutta la redazione si unisce al dolore dei familiari delle vittime e a quello di un intero paese sconvolto da questa strage occorsa in un’Italia sempre più consapevole di essere fragile nei propri più elementari diritti: la sicurezza, la salute, la vita! 

 

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Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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