di Massimo Reina
L’Italia, in quanto presidenza del G7 2024, ha scelto Siracusa per portare alla ribalta i temi dell’innovazione, della sostenibilità e del rilancio di un settore che non può più permettersi di rimanere indietro. Per la prima volta, infatti, il G7 Agricoltura si occupa anche della pesca e dell’acquacoltura, riconoscendo il loro ruolo strategico nella sicurezza alimentare e nella gestione dei territori. E quale luogo migliore della Sicilia, con il suo mare e le sue terre fertili, per affrontare queste sfide?
Ma la vera scommessa è un'altra: riuscire a trasformare le parole in fatti. Questo evento non è solo una passerella per ministri e grandi nomi dell’agricoltura, è una vetrina per le eccellenze siciliane, un'opportunità per mostrare al mondo il potenziale di questa terra. I numerosi incontri con le associazioni agricole e gli esperti del settore possono finalmente dare voce a chi da anni chiede investimenti seri nelle infrastrutture e un piano concreto per la gestione dell’acqua. L’emergenza siccità del 2024 non è solo un problema contingente, ma il sintomo di un male profondo che richiede soluzioni strutturali. È giunto il momento di aggiornare le reti idriche, di rendere più efficienti i canali di distribuzione e di garantire agli agricoltori l'accesso a risorse che dovrebbero essere date per scontate.
E poi c'è il nodo del caporalato, una piaga che non si può più ignorare. Se davvero vogliamo rilanciare l’agricoltura - siciliana e italiana - dobbiamo partire dal rispetto per chi lavora la terra. Il G7 può essere il palcoscenico ideale per affrontare questo tema con la serietà che merita, proponendo misure concrete per debellare una volta per tutte lo sfruttamento dei lavoratori agricoli.
Di fatto, l’agricoltura siciliana, nonostante tutto ha ancora, un potenziale enorme. Le sue eccellenze – dal grano agli agrumi, dall’olio d’oliva al vino – sono riconosciute e apprezzate in tutto il mondo. Ma per far sì che queste ricchezze possano davvero fiorire, servono meno Ministri, esperti, e grandi nomi del settore agricolo che si aggirano pronti a riempire i microfoni di parole come “innovazione”, “sostenibilità” e “cooperazione”, e più iniziative concrete.
Il G7 Agricoltura non sarà certo la soluzione a tutti i problemi della Sicilia, ma può essere un punto di partenza per restituire all’Isola la dignità che merita come terra agricola e come ponte tra l’Europa e il Mediterraneo. In fin dei conti, Siracusa e la Sicilia non chiedono altro: soluzioni concrete e durature, non solo passerelle.