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di Giovanni Macrì

Roma brucia come ai tempi dell’imperatore Nerone. Era la notte del 19 luglio del 64 d.C. quando, leggenda narra, che per gettare scredito sui cristiani, proprio l’imperatore appiccava fuoco alla grandiosa capitale.

In queste ore, alla stessa stregua, Roma, a tre giorni di distanza da quello di Ponte Mammolo sul quale la Procura ha aperto un fascicolo, viene messa in ginocchio da un vasto incendio. Ieri, infatti, un esteso rogo è divampato a Monte Mario, nei pressi della città giudiziaria di Piazzale Clodio. Per precauzione sono state evacuate 6 palazzine, 40 persone dall’Osservatorio Astronomico e la sede Rai di via Teulada, tanto da costringere la sospensione della diretta di “Estate in diretta” su Rai 1 condotta da Nunzia De Girolamo. Residenti e personale terrorizzati e attoniti. Un enorme nube di fumo nero ha oscurato il cielo sulla città.

Pare che il focolaio iniziale sia partito da un accampamento abusivo sito sulle pendici della collina di Monte Mario. Nel punto del rogo sono stati, infatti, rinvenuti reti di letto usate come bracieri, pentole e tutto il necessario per cucinare. È stato lo stesso sindaco Roberto Gualtieri, dopo aver effettuato una ricognizione aerea intorno alla zona dell’incendio di Monte Mario con un elicottero dei Vigili del Fuoco assieme al Prefetto di Roma Lamberto Giannini e al Comandate provinciale dei Vigili del Fuoco Adriano De Acutis, che ne ha dato conferma: “È possibile che l'incendio sia partito colposamente da un accampamento all’interno del parco in cui è probabile che durante la preparazione di un pasto, l’incendio sia scoppiato e poi il vento lo abbia fatto rapidamente diffondere. Le inchieste poi chiariranno le cause. Ci risultano evacuate sei palazzine e 4 automobili bruciate. Questo è un incendio puramente boschivo e per la natura del fumo è diverso da quello di Ponte Mammolo: la differenza è evidente. Questo è un incendio boschivo, quello è invece un rogo che ha riguardato sicuramente discariche abusive”.

L’incendio si è propagato rapidamente a causa delle alte temperature, del vento, dell’incuria cui è lasciata la città e le abbondanti sterpaglie dell’area che dovevano essere rimosse proprio per garantire l’incolumità dei cittadini, raggiungendo il sottobosco e dunque la collina. Chiusi lungotevere Oberdan, lungotevere della Vittoria, via Giuseppe Faravelli e via dei Cavalieri di Vittorio Veneto in direzione Piazzale Clodio

“Sono anni ormai che denunciamo lo stato di abbandono nel quale versano alcune zone della città che d’estate diventano veri e propri inferni causati spesso dal comportamento doloso o accidentale di sbandati che approfittano della calura estiva per bivaccare, incendiare rifiuti ed estrarre metalli da destinare al commercio clandestino o campeggiare!” - è la denuncia del vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia.

Sul posto hanno lavorato, subito allertati e intervenuti, incessantemente per ore i vigili del fuoco, la protezione civile e la polizia locale attaccando le fiamme da terra e dal cielo con l’impiego di elicotteri antincendio. In una folle corsa contro il tempo hanno cercato di circoscrivere le imponenti e impressionanti lingue di fuoco.

Non appena le fiamme saranno domate completamente, il personale dell’A.R.P.A. dovrà  monitorare la qualità dell’aria, poi toccherà alle istituzioni fare il giro tra gli arbusti anneriti e cercare delle soluzioni concrete per far sì che disastri di tal portata non accadano più.

Distrutti ettari di vegetazione e 4 auto.

Un altro incendio di grandi dimensioni è divampato anche nel parco archeologico di Ponte di Nona, nei pressi del centro commerciale Roma Est che ha chiuso le uscite verso l’area in fiamme. Diversi focolai hanno fato tremare la “casa dei Nonni” e la linea elettrica che alimenta l'Alta velocità tra Roma e Napoli

Inchieste in atto della Procura di Roma.

foto Web

 

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Info Autore
Giovanni Macrì
Author: Giovanni Macrì
Biografia:
Medico chirurgo-odontoiatra in Barcellona Pozzo di Gotto (ME) dal 1982 dove vivo. Ho 65 anni e la passione per la scrittura è nata dal momento che ho voluto mettere nero su bianco parlando della “risurrezione” di mia figlia dall’incidente che l’ha resa paraplegica a soli 22 anni. Da quel primo mio sentito progetto ho continuato senza mai fermarmi trovando nello scrivere la mia “catarsi”. Affrontando temi sociali. Elaborando favole, romanzi horror, d’amore e polizieschi. Non disdegnando la poesia in lingua italiana e siciliana, e completando il tutto con l’hobby della fotografia. Al momento ho 12 pubblicazioni con varie case editrici.
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