di Guendalina Middei
Disprezzare i russi è la nuova moda del momento.
Mettere al bando il caviale e la vodka? Ottima iniziativa. Escludere gli atleti russi dalle Olimpiadi? Buona anche questa. O vi ricordate di quando annullarono nelle università le lezioni su Dostoevskii? Questo signore invece non ha gradito che vi parli della letteratura russa e mi ha accusata di fare «propaganda». Il mio libro non è uscito neanche da due giorni e già sono scoppiate le polemiche! Ma… e la guerra? E perché proprio i russi? Perché scrivere un libro simile in questo momento? Ecco, io ne ho le scatole piene di queste domande, non esito a dirlo.
Tempo fa i miei amici mi dissero: «Prima hai scritto un libro sui matti, adesso ne scrivi uno sui russi. Vuoi per forza complicarti la vita?» Ma sapete una cosa? Me ne frego se oggi non è conveniente parlare della letteratura russa. Perché l’ho già detto e lo ripeto, se ti limiti a fare da cassa di risonanza per il politicamente corretto non meriti di avere il privilegio di scrivere.
Io amo la Russia, ne amo l’arte, la cultura, la letteratura. Chi di voi non ha almeno una volta nella vita sentito parlare di Dostoevskij? O di Gogol e di Tolstoj? C’è un motivo se in ogni parte del mondo le opere di Dostoevskij, a distanza di due secoli, continuano ad essere lette e amate. Nella letteratura russa troverete le domande prime e ultime dell’uomo. Vi farà mettere in discussione tutto ciò che pensate, sentite, e credete. È la più grande esperienza che possa capitarvi, se avrete il coraggio di compierla. In tanti nel corso degli anni mi hanno chiesto: ehi prof, vorrei tanto leggere i classici russi, ma non so dove e come iniziare.
Ecco perché ho scritto «Innamorarsi di Anna Karenina il sabato sera»: per farvi innamorare della letteratura russa, come me ne sono innamorata io. O se li avete già letti e amati per farvi rivivere la bellezza di questi capolavori e farvi scoprire i loro segreti, i dettagli nascosti. Voglio farvi sentire l’incanto che provai leggendo per la prima volta Guerra e pace; vi racconterò di come ho imparato a superare il dolore grazie a Delitto e castigo, condividerò con voi il brivido che mi hanno trasmesso Bulgakov e Goncarov.
Perché ci sono momenti in cui avrete sete di poesia, «d’infinito» e sentirete in voi l’urgenza di dare un nome alle domande che sentite dentro di voi, e allora sarete pronti per la musica di questi grandi capolavori.