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di Monica Vendrame 

Negli ultimi anni si stanno sempre di più diffondendo delle nuove alternative  alla sepoltura tradizionale e alla cremazione del defunto: niente più lapidi e urne cinerarie.

E’ possibile piantare un albero al posto di una lapide, un concetto che esprime che dalla morte si può generare il seme di una nuova vita. Stiamo parlando di un progetto tutto italiano,  nato nel lontano 2003, e noto con il nome di “Capsula Mundi”.

I due designer rivoluzionari, ai quali dobbiamo questa invenzione, si chiamano Raul Bretzel e Anna Citelli. Si tratta di una sepoltura ecologica che trasforma le spoglie dei defunti in alberi.

Pensare che ogni anno, soltanto in Italia, si abbattono 50 chilometri quadrati di bosco per costruire bare che, una volta interrate, iniziano a inquinare il suolo e le falde acquifere con sostanze come vernici e zinco. Non è da trascurare nemmeno l’impatto ambientale dei loculi cimiteriali in cemento e delle sostanze rilasciate durante la cremazione.

Il corpo (o le sue ceneri) viene disposto in maniera fetale all’interno di un contenitore a forma di uovo, sul quale viene poi piantato un albero. Non è un caso la forma della bara che sembra ricordare  l’habitat ovattato dell’utero materno. Il corpo viene inserito nella capsula prima che si verifichi la sua rigidità in compagnia dei semi di un albero. Quest’uovo è realizzato con  materiali totalmente bio-degradabili come la plastica di amido, il bambù e il vimini. Il seme diventerà poi il piedistallo di un albero, scelto in vita dal defunto che crescerà grazie alla decomposizione naturale delle spoglie. Le ceneri si mescoleranno gradualmente con il terreno portandolo alla sua mineralizzazione, indispensabile per il nutrimento dell’albero.

I parenti e gli amici del defunto avranno il compito di prendersi cura della pianta e di farla crescere sana e rigogliosa. Il cimitero assumerà così un aspetto diverso dove non si vedranno più tristi lapidi di pietra, ma alberi vivi che piano piano formeranno un bosco.

Per riconoscere l’albero della persona defunta non verrà inciso nessun segno sulla corteccia ma sarà mappato con un sistema GPS, in modo da individuarlo facilmente. L’aria sacra del bosco sarò protetta e regolamentata dalle leggi e dalle autorità locali e dovrà prevedere un servizio di mantenimento degli alberi e del terreno. Nel caso in cui l’albero dovesse morire, ne andrebbe, comunque, reimpiantato un altro della stessa specie e nella medesima posizione.

Per produrre una bara oggi si abbatte un albero ad alto fusto che ha impiegato dai 10- 40 anni per crescere. Capsula Mundi vuole piantare  un albero anziché abbatterlo.

 

 

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Info Autore
Monica Vendrame
Author: Monica Vendrame
Biografia:
Vivo a Pegli (Genova). Sono vicepresidente dell'Associazione culturale "Atlantide - Centro studi nazionale per le arti e la letteratura" e promuovo eventi culturali. Sono redattrice del quotidiano online "La voce agli italiani" e collaboro con il periodico "La voce del Savuto". Amo il teatro e la lettura.
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