di Paolo Russo
"Un personaggio politico in uno stato democratico deve tollerare immagini satiriche della sua persona e del suo volto, anche impresse su gadget come quello di causa, perché solamente in un regime totalitario è vietato criticare o ridicolizzare un personaggio politico" così il tribunale di Firenze si è espresso sulla controversia tra l'ex Premier Matteo Renzi e il giornalista Marco Travaglio.
Era il 2019 e durante la trasmissione Tagadà su La7 Marco Travaglio esibì come un souvenir sulla sua libreria, un rotolo di carta igienica in cui era stampata una fotografia di Matteo Renzi.
Ai telespettori non sfuggì quel particolare e il fermo immagine con il dettaglio in evidenza fece prestissimo il giro del web.
La risposta di Matteo Renzi non tardò ad arrivare e infatti dopo qualche giorno il leader di Italia viva denunciò Travaglio per diffamazione, chiedendo un risarcimento di circa 500 mila euro.
Le cose purtroppo per Renzi non sono andate come sperava perchè il giudice, non solo ha assolto la controparte ma ha prescritto a Renzi un risarcimento al direttore del giornale con una somma pari a 42mila euro, comprensiva delle spese legali sostenute da Travaglio.
Una sentenza che appare punitiva per il politico toscano su almeno due versanti: dal punto di vista economico perchè non ottiene nessun risarcimento ma al contrario viene obbligato a risarcire un danno quantificato in una somma di denaro e dal punto di vista morale perchè accusa difatto Renzi di non aver tollerato "immagini satiriche della sua persona e del suo volto, anche impresse su gadget come quello di causa" ricordando al leader di Italia Viva che "solamente in un regime totalitario è vietato criticare o ridicolizzare un personaggio politico".
