La Redazione
Quella busta verdina che spunta nella cassetta di casa o che ci aspetta minacciosa all’ufficio postale è uno dei grandi incubi collettivi.
E adesso è destinato a trasformarsi in realtà: mittente / “Agenzia delle entrate”, contenuto / “Una cartella esattoriale”, conseguenza / “Tanti bilanci famigliari in tilt”.
Durante l’emergenza Covid, chi aveva dimenticato di pagare una multa, o una tassa, è stato tranquillo, visto che la riscossione era stata congelata per dare respiro a famiglie e imprese in quei momenti complicati, con 20 milioni di cartelle esattoriali messe nel freezer. Ma, adesso, dopo quasi due anni, è finito anche il lockdown fiscale. Da settembre, fino alla fine dell’anno, nelle nostre postali e nelle nostre caselle elettroniche di posta certificate, alle PEC, arriveranno 5 milioni di cartelle esattoriali.
Una stangata autunnale che sarà seguita l’anno prossimo da altri 4 milioni di atti. La lotta all’evasione fiscale è, insomma, ripartita alla grande. Il Ministero dell’Economia e l’Agenzia delle Entrate fissano a oltre 9 miliardi di euro le riscossioni di quest’anno, che diventeranno più di 11 l’anno prossimo, Rottamazione comprese.
Ma non è detto che, una volta raggiunti da quella busta bollente, si debba sempre pagare. Una speranza c’è, e non riguarda solo un’eventuale condono futuro. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione sta utilizzando degli indirizzi Pec non presenti nei registri pubblici. Gli atti, quindi, non sarebbero validi. Prima di mettere mano al portafoglio, controllate bene.