di Paolo Russo
Il British medical Journal, considerato come una delle quattro riviste mediche generaliste più autorevoli, insieme a New England Journal of Medicine, The Lancet e Journal of the American Medical Association, ha pubblicato un articolo che sconfessa completamente le politiche adottate dal governo Draghi in merito alla gestione della Pandemia.
A seguire pubblichiamo una sintesi dell'articolo con i punti più salienti approfonditi dalla rivista settimanale del Regno Unito.
"Le politiche di vaccinazione sono cambiate drasticamente durante l’epidemia di COVID-19, con la rapida comparsa di prescrizioni vaccinali applicate all’intera popolazione, passaporti vaccinali nazionali e restrizioni differenziali basate sullo status vaccinale. Sebbene queste politiche abbiano stimolato un ampio dibattito etico, scientifico, pratico, legale e politico, è stata effettuata una valutazione limitata alle loro potenziali conseguenze indesiderate. Qui, delineiamo una serie completa di ipotesi sul perché queste politiche potrebbero, in definitiva, essere controproducenti e dannose. La nostra cornice concettuale abbraccia quattro campi: (1) la psicologia comportamentale, (2) la politica e il diritto, (3) la socioeconomia e (4) l’integrità della scienza e della salute pubblica. Sebbene gli attuali vaccini sembrino aver avuto un impatto significativo sulla riduzione della morbilità e mortalità correlate al COVID-19, sosteniamo che le attuali politiche obbligatorie sui vaccini siano scientificamente discutibili e possano causare più danni che benefici alla società. La limitazione dell’accesso dei cittadini al lavoro, all’istruzione, ai trasporti pubblici e alla vita sociale, impiegando come discrimine lo status vaccinale contro il COVID-19, pregiudica i diritti umani, promuove la stigmatizzazione e la polarizzazione sociale e, infine, influisce negativamente sia sulla salute che sul benessere. Le politiche attuali possono portare a un ampliamento delle disuguaglianze sanitarie ed economiche, a impatti negativi a lungo termine sulla fiducia nel governo e nelle istituzioni scientifiche e a ridurre l’adozione di future misure di salute pubblica, compresi gli stessi vaccini COVID-19 e le vaccinazioni ordinarie. L’obbligo della vaccinazione è uno degli interventi più potenti nella salute pubblica e dovrebbe essere usato con parsimonia e cautela, nel rispetto delle norme etiche e in supporto alla fiducia nelle istituzioni. Sosteniamo che le attuali politiche sui vaccini COVID-19 debbano essere rivalutate alla luce delle conseguenze negative che descriveremo. L’impiego di strategie di empowerment basate sulla fiducia e sulla consultazione pubblica e sul miglioramento dei servizi e delle infrastrutture sanitarie, rappresentano un approccio più sostenibile per ottimizzare i programmi di vaccinazione contro il COVID-19 e, più in generale, la salute e il benessere della popolazione".